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Salvatores: "La mia favola sull'emigrazione che viene da Fellini"

Salvatores: "La mia favola sull'emigrazione che viene da Fellini"

Il regista: 'Napoli-New York' è un 'film pianerottolo'

ROMA, 13 novembre 2024, 19:29

di Francesco Gallo

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una vera e propria favola che viene da Fellini e Pinelli, come raccolta e accudita da Gabriele Salvatores. 'Napoli - New York', ultimo film del regista, in sala dal 21 novembre con 01, si presenta così. Ovvero un soggetto dal sapore neorealista, scritto nella seconda metà degli anni Quaranta da un Fellini non ancora regista, ma già inventore di molti soggetti con l'inseparabile amico Tullio Pinelli.

Nel film le tristi e difficili vicende di due scugnizzi napoletani costretti dalla vita a tentare l'avventura americana. Da una parte una Napoli ancora distrutta dalla guerra e, dall'altra, una New York totalmente fantastica in pieno sogno felliniano, ma dove i due ragazzini scoprono, insieme alla meraviglia, che gli italiani erano oggetto di un razzismo pari a quello verso i neri. Una cosa più volte ribadita in 'Napoli - New York'". Un film sulla solidarietà verso gli altri che parla di oggi? Sottolinea Salvatores: "Risponderò con un detto napoletano: quando si cade dalla scale uno pensa 'stiamo ruciuliando, ma adda veni' il pianerottolo". Oggi è un po' cosi, stiamo ruciuliando (rotolando precipitosamente) aspettando il pianerottolo. Sì, è vero, questo è un film pianerottolo".

I due piccoli straordinari protagonisti sono Carmine (Antonio Guerra) e Celestina (Dea Lanzaro) che tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte s'imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina, emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta che a loro sembra davvero meravigliosa. Dice invece sul tema della solidarietà Pierfrancesco Favino, che nel film interpreta Garofalo, un amabile commissario di bordo della nave che a un certo punto pensa di adottare i due bambini: "Questo film non pretende di dare lezioni a nessuno, ma racconta di due persone, Fellini e Pinelli, che con la loro fantasia guardavano a quest'America come a un sogno, pensando a una favola di formazione, ma è anche vero - aggiunge l'attore - che per quanto riguarda la solidarietà se si guardano le cose in un altro modo il futuro può essere migliore". Girato nell'estate del 2023 tra Trieste, Rijeka, gli studi di Cinecittà e, naturalmente, Napoli, il film, il ventunesimo di Salvatores, nasce da ritrovamento di una cassa che Pinelli stava per buttare e che conteneva appunto scritti inediti a quattro mani con Fellini e su cui, ha sottolineato il regista, "c'è già un bel libro di Augusto Sainati edito da Marsilio". In cosa il film è diverso dalla sceneggiatura originale? "L'ho cambiato soprattutto nella parte finale, quella americana, l'ho fatto diventare una favola perché il tutto era molto più neorealistico", risponde Salvatores e aggiunge poi: "Sono nato a Napoli, dietro Piazza del Plebiscito, in via Solitaria, non so se un caso, e quando sei nato in un posto così non te lo levi più da dosso. È uno 'state of mind'".

E ancora il regista, quasi a fare una sintesi: "Con due ragazzini milanesi un film così non l'avrei potuto fare". Nel cast anche Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana e Antonio Catania. Frase cult di 'Napoli - New York': "Tu non sei straniero, sei solo povero. Se sei ricco non sei mai straniero".

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