Attenzione ai social! Questo potrebbe essere scritto in un ipotetico 'bugiardino' di LE VOCI SOLE di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi, già Gran Premio della Giuria al Seattle International Film Festival e ora a Taormina in concorso.
Distribuito da Medusa, il 4, 5 e 6 luglio, e con protagonista Giovanni Storti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, qui in un inedito ruolo drammatico.
Insieme a lui nel cast troviamo Alessandra Faiella, nel ruolo di Rita sua moglie, e Davide Calgaro (ODIO L'ESTATE) in quello di suo figlio.
Cosa racconta questa commedia drammatica? Così la sintetizzano gli stessi registi: "È il racconto intimo di una caduta agli inferi, una delle tante parabole drammatiche e spesso grottesche che ci affascinano da sempre. La storia di una famiglia che, abbagliata da una popolarità incontrata per caso sui social network, lentamente si disgrega e scivola nell'abisso senza neanche rendersene conto".
E fanno bene Brusa e Scotuzzi in questo film a mettere mano ai social, una sorta di vita parallela che accomuna tutti, ma di cui si parla troppo poco e raccontare il loro potere economico e di fascinazione.
Questa la storia. Il metalmeccanico cinquantenne Giovanni (Storti), causa Covid, si ritrova senza lavoro ed emigra in Polonia per cercare una nuova occupazione. Resta però quotidianamente in contatto con moglie e figlio grazie a lunghe videochiamate nelle quali, tra le molte cose, la donna gli insegna a cucinare e a scegliere i prodotti da comprare al mercato. Quando una di queste telefonate diventa virale in rete, la coppia raggiunge una popolarità che pare la soluzione di tutti i loro problemi economici.
Presto però tutto questo si rivelerà una trappola pericolosa che minaccia di frantumare la famiglia.
"Questo è il mio primo ruolo drammatico e, devo dire, mi piace molto. Ho scelto di farlo sia perché mi fido di Andrea e Marco, con i quali ho già lavorato, sia perché è un'idea originale che viene da una storia vera" dice Storti . E ancora sui due registi: "Mi fido molto di loro perché hanno una mission che mi ricorda molto quella dei cineasti degli anni Cinquanta e Sessanta pronti a cogliere la realtà che li circonda".
Il rapporto coi social? "Non li amo. Non voglio appartenere a un mondo che non penso di avere gli strumenti per affrontare. È qualcosa che non capisco troppo, qualcosa di molto spiazzante, dove un giorno puoi essere un fenomeno, come si vede appunto nel film, e il giorno dopo no. Una cosa questa che mi fa un po' paura».
La differenza tra comicità e dramma? "La comicità è solo un'angolazione particolare per vedere la realtà, è più bizzarra, indefinita, la drammaticità invece, è più normale".
Infine sempre Giovanni Storti su questa deriva drammatica che sembra aver coinvolto anche Aldo e Giacomo: "Non è che il trio ci sta un po' stretto, ma dopo tanti anni è bello fare esperienze diverse".
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