Cinico, traffichino, corrotto, corruttore, truffatore, cialtrone, sfruttatore, arricchito, riciclatore, meschino gli aggettivi si sprecano per il principe del foro Sergio Castellitto nei panni del giurista Salvatore 'Toti' Bellastella, penalista di grido, grande oratore, a contatto con potenti, massoneria, mafiosi. Uno di quelli che se pure finiscono sotto inchiesta ne escono 'puliti' e magari pure con un incarico da ministro del nuovo governo. E' quello che capita nella commedia Il Tuttofare, esordio al cinema dello sceneggiatore Valerio Attanasio (è tra gli autori di Smetto quando voglio e lo stile graffiante è lo stesso), impietoso ritratto di una Roma decadente e di un'Italia in crisi morale. In sala in oltre 300 copie da Vision dal 19 aprile.
"Il mio avvocato non è tanto attuale quanto eterno", dice all'ANSA Castellitto, citando la grande tradizione della commedia all'italiana "che faceva ridere senza dare a vedere che si stavano raccontando tragedie". Per un attore che guarda a Sordi, a Gassmann, a Tognazzi, ai film di Monicelli e Scola, un personaggio come l'istrionico cialtrone con stuolo di assistenti schiavi portaborse all'università come nello studio è un'occasione ghiottissima di sfoggio interpretativo. Il Tuttofare del titolo è uno di questi ragazzi della generazione precaria, tanto talentuoso da arrivare quinto su 5000 agli esami di avvocato, figlio della classe operaia, affascinato dal giurista di cui spera di diventare collaboratore e per questo disponibile ad accettare ogni compromesso, persino quello di sposare in Comune l'amante incinta del suo datore di lavoro che per questo lo pagherà naturalmente in nero.
Il Tuttofare è Guglielmo Poggi, lanciato da Smetto quando voglio. "Ci definiscono sdraiati, bamboccioni, invece ragazzi come quelli che si vedono nel film, sottopagati, sempre in cerca di lavoro, resistono e persino tengono botta ai mostri che se li vogliono divorare", racconta Poggi che nel film è il brillante Antonio Bonocore che per disprezzo il giurista chiama in tanti nomi diversi, tutti con la A iniziale. La moglie di 'Toti' è una vera jena: gestisce i cordoni della borsa milionaria e le proprietà di famiglia, tra Roma, Cortina, Londra, Capri e New York. "Il regista mi ha vista in questo ruolo - scherza Elena Sofia Ricci, che al cinema si vedrà a breve in Loro di Paolo Sorrentino in cui interpreta Veronica Lario - non sapevo se essere contenta o rimanerci male". "Nasce Pd, poi diventa Forza Italia e nelle ultime inquadrature vota Cinque Stelle. Questo è il percorso culturale sociale del protagonista", aggiunge Castellitto per spiegare la contemporaneità del suo personaggio. Da attore e regista affermato ha accettato la proposta di un esordiente, Attanasio. "Non lavoro per ambizione, ma per piacere e questa sceneggiatura era davvero una bella occasione per recitare in una commedia e in un film pieno di speranza. Non sembra una trama di speranza? Ma se il giurista diventa ministro e il suo portaborse tuttofare passa a fare il cuoco non è un finale ottimista?", conclude cinicamente Castellitto evocando l'atteggiamento del suo personaggio.
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