La preziosissima Chartula, la
pergamena tra le più importanti reliquie di san Francesco,
databile al 1224 e scritta di suo pugno dopo l'impressione delle
stimmate. E poi l'effigie del Santo dipinta da Cimabue negli
anni in cui era impegnato ad affrescare la Basilica di Assisi
(1226), realizzata proprio sulla tavola che, secondo tradizione,
servì da copertura della prima umilissima cassa di legno per il
suo corpo dopo la morte. È con questi due capolavori unici che
si apre San Francesco, tra Cimabue e Perugino. Nel Giubileo con
il Cantico delle Creature, la mostra promossa dal Senato della
Repubblica in collaborazione con il Ministero della Cultura,
Musei Nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei nazionali
Umbria, che dall'11 dicembre al 2 marzo porta in via del tutto
eccezionale a Palazzo Minerva dieci opere di grandi Maestri dal
Duecento al Cinquecento per celebrare insieme la chiusura
dell'ottavo centenario delle Stimmate di san Francesco e
l'inizio dell'Anno Giubilare, in concomitanza con l'ottavo
centenario del Cantico delle Creature.
"E' un'occasione importante - commenta il presidente del
Senato Ignazio La Russa inaugurando l'esposizione con il
sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi e Monsignor Rino
Fisichella - in cui le istituzioni si pregiano di concorrere a
celebrare il Giubileo con la possibilità di esporre e consentire
alle persone di stare vicino per un attimo a opere come queste".
Ma anche perché, aggiunge, "crediamo che San Francesco con il
suo peregrinare per i sentieri dell'Italia portando fede e amore
abbia anticipato di secoli i viaggi dei pellegrini che sono
venuti a Roma per il Giubileo".
A cura di Costantino D'Orazio e Veruska Picchiarelli, in
mostra anche lo Sposalizio mistico di santa Caterina
d'Alessandria e i santi Bartolomeo, Francesco d'Assisi e Lucia
di Benozzo Gozzoli; il Gonfalone della Giustizia e la Pala dei
cinque Santi del Perugino.
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