/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Gioiello com'era nel '700, brilla a Parma L'Antica Spezieria

Gioiello com'era nel '700, brilla a Parma L'Antica Spezieria

Riallestito dopo i restauri il museo nel circuito della Pilotta

PARMA, 20 ottobre 2024, 14:28

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Luciano Fioramonti) ''Una grande avventura cominciata nel 2017 quando ho aperto per la prima volta la porta di un mondo abbandonato''. L' architetto Olimpia Barbieri racconta così l' incontro con le sorprese dell' Antica Spezieria di San Giovanni, che riapre da oggi a Parma dopo un lavoro lungo e accurato costato un milione e 250 mila euro. Di quel gioiello del monastero benedettino di San Giovanni Evangelista nel cuore della città si sarebbero dovute inizialmente restaurare solo le scaffalature in legno settecentesche decorate con aquile e figure mitologiche. ''Le pareti, però, ci hanno raccontato la sua storia nascosta'', ha detto la direttrice degli interventi.
    Ecco quindi restituiti al pubblico affreschi, vasi, alambicchi, bottiglie e ampolle di vetro, i grandi mortai di pietra e metalli, i contenitori delle piante medicinali e i cilindri con le erbe aromatiche da annusare che abbelliscono gli ambienti rimasti sbarrati per decenni. I restauratori hanno ridato luce alle 24 lunette della metà del Cinquecento attribuite all' artista locale Leonardo da Monchio che ritraggono i maestri della medicina greco-romana e del mondo arabo. Dietro un mobile sono stati trovati, legati da un cordino, quattro pacchi di ''sfilze'', le prescrizioni mediche che venivano appunto impilate in un chiodo, ora in mostra nella Stanza dei Veleni.
    Da giugno scorso l' Antica Spezieria del monastero benedettino è entrata a far parte, con il Castello di Torrechiara e l' area archeologica di Veleia Romana, del circuito del complesso momunentale della Pilotta e ora torna a brillare come uno spazio espositivo unico nel suo genere. ''Progettare un museo - ha detto l' architetto e antropologo Mario Turci, che ha collaborato alla direzione dei lavori - vuol dire mostrare l' anima di un patrimonio con una narrazione che prenda per mano il visitatore. Qui l' anima è il rapporto tra natura e cultura, la sintesi del sapere e della conoscenza. La Spezieria è una grande macchina di trasformazione della natura in cultura''. Stefano L' Occaso, direttore della Pilotta, ha messo in luce il ruolo di Cariparma e dell' associazione di imprenditori 'Parma io ci sto', la ''cordata di amici e partner'' che ha sponsorizzato i lavori per la maggior parte coperti dal ministero. Tre nuove stanze e il corridoio di ingresso del Monaco si sono quindi aggiunti alle quattro sale già visitabili dell' edificio tornato alla sua conformazione originale con la riapertura del portone sul monastero. A ricordare il legame con il luogo sacro è la Sala della Regola dedicata al rapporto tra il principio benedettino dell' Ora et labora, la pratica della spezieria e la vita quotidiana dei monaci, evocata da un saio che campeggia in fondo al corridoio. L'accessibilità è calibrata per facilitare l'ingresso e il movimento nei 400 metri quadrati di superficie e comprende supporti tattili per gli ipovedenti e angoli olfattivi per un'esperienza multisensoriale.
    La farmacia era nel Monastero dalla sua fondazione, nel 981, e venne aperta al pubblico nel 1201. Oltre all'Ospedale di San Giovanni, annesso al monastero, la Spezieria fu la prima a porsi al servizio anche degli ospedali della città. Nel Quattrocento venne ampliata più volte e nei due secoli successivi assunse l'assetto architettonico rimasto inalterato. L'influenza della Spezieria sull'economia cittadina nel Settecento costrinse i Benedettini ad affidare l'esercizio a laici privati e dopo molti cambi di proprietà venne chiusa definitivamente nel 1897 e trasformata in museo. Una traccia del sapere benedettino prezioso custodito e tramandato per secoli dall' antica farmacia resta, comunque, tangibile nella cura delle api che i monaci del monastero, un tempo 80 e ora soltanto sei, continuano a svolgere con la produzione di miele, saponi, creme e propoli.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza