(ANSA) - LISBONA, 08 GIU - Visionaria e viscerale, da sempre in prima linea per i diritti civili, la dignità delle donne, il diritto all'aborto, la libertà di parola. Ottantasette anni e una passione fino all'ultimo inesausta, Paula Rego, racconta commossa la critica Cecilia Alemani, è stata anche di più di una grande artista, "modello per un'intera generazione di donne". E non è un caso che la curatrice milanese abbia voluto dedicare alle opere della grande pittrice portoghese un'intera sala della sua "Il latte dei sogni", la mostra della Biennale d'arte 2022. Perché la Rego, dice, è stata un faro per le tante "che hanno guardato a lei come esempio di artista impavida, che non ha mai avuto paura di esternare le sue convinzioni". Per tutta la vita, ricorda, "ha lavorato instancabilmente e senza compromessi su argomenti molto complessi come la libertà di parola, i diritti delle donne, il diritto all'aborto, condannando costantemente le politiche conservatrici e reazionarie". Conosciuta per i suoi dipinti, disegni e illustrazioni di matrice favolistica, reinterpretata per farne risaltare i lati più oscuri e profondi, Paula Rego era nata nel 1935, in un Portogallo rigidamente cattolico, sotto la dittatura di Salazar. E l'orrore vissuto in quei terribili decenni dal suo Paese si riflette in molta parte della sua opera nella quale, come ricordano dalla Biennale, "affronta spesso le sfide morali di una società sottomessa alla tirannia politica, in particolare l'oppressione e la violenza istituzionale verso le donne". Alle sue spalle c'è una famiglia privilegiata che le permette di lasciare il Portogallo per Londra, la città dove resterà in pratica tutta la vita e dove studia alla Slade School of Fine Art imparando il mestiere da pittori del calibro di Lucian Freud, Francis Bacon e Victor Willing, che poi diventò suo marito. Con i loro rimandi a Miró, Dubuffet e alle vignette politiche del XIX secolo, i suoi primi lavori degli anni Sessanta - gli anni in cui cominciò a collaborare con gli artisti del The London Group- stabiliscono una tensione tra l'apertura mentale e la libertà sessuale del proprio ambiente e la sofferenza inflitta da un governo dispotico. A mano a mano che la sua arte si sviluppa, sottolineano i curatori della mostra veneziana, "l'esplorazione delle tensioni interpersonali e sociali viene estremizzata". Fino alle donne protagoniste delle sue tele di fine Novecento e dei primi anni Duemila vulnerabili, grottesche, figure che trasmettono "con una ambiguità disorientante la differenza tra il sinistro e il seducente". Tra le mostre più importanti, le retrospettive alla Tate Liverpool nel 1997, alla Tate Britain nel 2005 e al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid nel 2007, poi portata anche al National Museum of Women in the Arts di Washington, nel 2008. Un anno fa la Tate Britain le ha dedicato una grande retrospettiva e sempre nel 2021 è stata indicata dal Financial Times tra le donne più influenti al mondo. Il suo Portogallo oggi la piange, la sua morte, ha commentato commosso il presidente Marcelo Rebelo de Sousa, è una "perdita nazionale".
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