"Cecilia Sala è una giornalista straordinariamente coraggiosa, che da due anni cura il podcast Stories per Chora News, il più seguito ogni giorno in Italia. È abituata ad andare sul campo: non è una freelance, ma è regolarmente assunta da Chora, viaggia con tutte le tutele ed è entrata in Iran in accordo con le autorità, in modo regolare e trasparente. È una giornalista italiana che è stata arrestata mentre stava facendo il suo lavoro. Al momento non è stata formalizzata alcuna accusa". A sottolinearlo è Mario Calabresi, direttore e co-fondatore di Chora Media.
"Cecilia - ricorda Calabresi - è stata in Ucraina, per molte settimane al fronte, ma anche in Sudan, e poi in Iran, che è la sua passione. Anzi, le ragazze iraniane e il loro coraggio sono la sua passione: ci teneva a tornare lì, a parlare con tante amiche di cui ha raccontato le storie nel libro 'L'incendio', che ha scritto per Mondadori. Voleva dare voce a queste ragazze che non mettono più il velo, sognano una vita diversa, cercano la loro libertà".
Cecilia Sala, sottolinea ancora Calabresi, "ha ottenuto un regolare visto per otto giorni e ha cominciato a fare le sue interviste. Tre puntate del podcast sono già uscite e aveva materiale per realizzarne altre. Giovedì era al suo ultimo giorno, sarebbe ritornata in Italia venerdì. Nel primo pomeriggio, quando ci aspettavamo che mandasse la puntata, non è accaduto nulla e il suo telefono è rimasto muto. Fino alla mattina dopo non abbiamo saputo niente: abbiamo verificato che non aveva preso l'aereo di rientro e non aveva neanche fatto il check in. Chiaramente con la famiglia e con il compagno, Daniele Raineri, abbiamo avvisato l'unità di crisi della Farnesina. È stata allertata l'ambasciata che ha mandato una persona all'aeroporto, ma di Cecilia non c'era traccia. Nella tarda mattinata di venerdì le è stato permesso di fare una breve telefonata alla madre, ma leggeva evidentemente un foglio con le poche frasi che poteva dire: quando la madre ha provato a chiederle dove fosse o perché fosse stata arrestata, si è limitata a ripetere 'non posso'. Da quel momento abbiamo tenuto tutti i giorni i contatti con la Farnesina e Palazzo Chigi, mantenendo il patto del silenzio con la speranza che potesse permettere una liberazione più veloce di Cecilia. Oggi la Farnesina ha ufficializzato l'arresto perché si è resa conto che la notizia non si poteva più tenere".
Da otto giorni nel carcere di Evin, "ieri Cecilia ha avuto la possibilità di una seconda telefonata e ha chiamato i genitori e il compagno", mentre oggi "ha potuto finalmente ricevere la visita dell'ambasciatrice che le ha portato vestiti, cibo, libri che speriamo le facciano avere. È in cella di isolamento, la situazione è molto angosciante", conclude Calabresi.
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