La sezione lavoro della Cassazione
ha confermato la legittimità del licenziamento di un dipendente
Eav che, dopo aver regolarmente timbrato il cartellino di
presenza, si sarebbe allontanato dal servizio per svolgere altre
attività.
A farlo sapere è lo stesso Ente Autonomo Volturno, che in una
nota "esprime soddisfazione per il provvedimento reso dalla
suprema corte, che ha riconosciuto la validità delle prove
raccolte dall'azienda".
Sempre stando all'azienda di trasporti, la Cassazione avrebbe
anche confermato la legittimità dell'utilizzo di un'agenzia
investigativa per accertare le presunte condotte illecite del
dipendente e la relativa procedura disciplinare.
"La Cassazione - afferma Marcello D'Aponte, che ha difeso l'Eav in tutti gradi del giudizio - fa chiarezza sui controlli difensivi e sulla procedura disciplinare adottata, confermando così la legittimità del licenziamento.
La sentenza ribadisce alcuni principi
fondamentali in materia di diritto del lavoro: la legittimità
dei controlli investigativi disposti dal datore di lavoro, anche
tramite agenzie investigative, quando finalizzati a verificare
comportamenti del dipendente che possano configurare ipotesi
penalmente rilevanti o attività fraudolente; la validità della
prova testimoniale resa dall'investigatore privato, unitamente
alla relazione investigativa e al generale quadro probatorio; la
correttezza della procedura disciplinare seguita dall'azienda,
che ha garantito il diritto di difesa del dipendente".
"Questa sentenza - aggiunge il presidente di Eav Umberto De
Gregorio - costituisce un importante precedente
giurisprudenziale che rafforza le tutele a disposizione delle
aziende contro i comportamenti fraudolenti di alcuni dipendenti
infedeli, che mortificano gli sforzi e il sacrificio della
maggior parte di essi".
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