Dichiarazioni e documenti. E' ormai guerra aperta quotidiana tra toghe e governo. Il Comitato direttivo centrale dell'Anm ha inviato al Csm una delibera per sollecitare "iniziative a tutela dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura" sottoposta ad "attacchi per screditarla" e "preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità". Nel mirino anche le nuove norme sui migranti, che "sconvolgeranno l'assetto organizzativo delle Corti d'appello".
Dure le repliche dalla maggioranza: "meno convegni e più lavoro", è l'invito della Lega. Mentre Enrico Costa (Fi) definisce i documenti dell'Associazione "un lungo piagnisteo". C'è attesa, intanto, per il plenum del Csm di mercoledì prossimo, che dovrà votare sulla proposta di pratica a tutela dei giudici di Bologna che hanno rinviato alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. Sono due i documenti approvati oggi dal Comitato dell'Anm. Nel primo - "Protezione internazionale e Corti di appello: l'indifferenza del Legislatore per l'organizzazione giudiziaria", si mettono nel mirino due misure: la reintroduzione del reclamo in Corte di appello contro i provvedimenti dei tribunali sui richiedenti asilo e l'emendamento al decreto flussi che attribuisce la competenza sulla convalida dei trattenimenti alle Corti di appello. La prima, secondo l'Associazione, "metterà in ginocchio le Corti territoriali, che saranno gravate da sopravvenienze di 30.000 procedimenti all'anno". Si allungherà, inoltre, "l'iter d'accertamento dello status dell'immigrato" col rischio "di una permanenza maggiore in Italia di chi potrebbe non avere diritto a soggiornarvi". Da qui l'invito al ministro Carlo Nordio di scongiurare "un irragionevole aggravamento della già fragile struttura organizzativa delle Corti di appello".
Il secondo documento - "Il linguaggio della democrazia" - contesta gli "attacchi sempre più frequenti di una certa politica a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, criticati non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa". Ce n'è anche per i media, con "il linciaggio mediatico cui un certo giornalismo si è prestato", che "ha colpito i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l'etica giornalistica".
La Lega ironizza: "rassicuriamo la Anm: per screditare la magistratura, basta la magistratura che blocca le espulsioni dei clandestini delinquenti, libera gli spacciatori per errore, va in piazza contro il governo, chiede la galera per Matteo Salvini perché 'ha ragione ma va attaccato'". Maurizio Gasparri (FI) definisce "memorabile il documento che con temeraria sfrontatezza rivendica quello che abbiamo definito l'uso politico della giustizia. Secondo Santalucia e compagni sono leciti comizi e esternazioni politico-ideologiche di ogni tipo".
A sostegno delle toghe interviene invece Ernesto Carbone, componente laico del Csm, secondo cui gli attacchi del governo portano "solo a ledere la tenuta democratica del paese". Proprio il Consiglio superiore della magistratura dovrà votare mercoledì sulla tutela ai giudici attaccati da esponenti del governo, quelli di Bologna e probabilmente anche quelli della sezione immigrazione del tribunale di Roma che hanno 'liberato' i migranti portati in Albania. Mentre ieri due consigliere laiche del centrodestra hanno chiesto di valutare eventuali profili disciplinari per il segretario di Md, Stefano Musolino. Il conflitto investe dunque anche il Palazzo dei marescialli.
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