L'unità di patologia clinica e
microbiologia, sezione genetica, dell'ospedale "Giovanni Paolo
II" di Ragusa è stata inserita tra le strutture autorizzate ad
effettuare i test dei geni 'Brca' nell'ambito del percorso
diagnostico terapeutico assistenziale relativo alla sindrome dei
tumori erodo-familiari della mammella e-o dell'ovaio. Ne dà
notizia l'Asp Ragusa, dopo la comunicazione dell'assessorato
regionale alla salute. Grande soddisfazione e orgoglio per il
direttore dell'unità Carmelo Fidone, assieme ai colleghi medici
Giuseppe Barrano e Vincenzo Bramanti "per aver raggiunto questo
importante traguardo".
"La nostra struttura aziendale, d'ora in poi - dice il
direttore generale Angelo Aliquò - potrà effettuare la
valutazione dello stato mutazionale dei geni Brca1 e Brca2
permettendo di attivare, in caso che la paziente risultasse
positiva, un programma di screening regolare e/o cure
specifiche".
"Se l'analisi mutazionale ha avuto esito positivo - spiega la
nota di Asp Ragusa - è presente un fattore di rischio aggiuntivo
e di entità piuttosto importante per lo sviluppo di un tumore.
La percentuale di rischio in soggetti con mutazione genetica dei
geni Brca1 e Brac2 aumenta fino al 60-70% per il tumore della
mammella e fino al 20-40% per il tumore dell'ovaio. Questo tipo
di analisi, fino ad oggi, erano svolte in altri laboratori
regionali o nazionali con ritardi e costi alti sostenuti
dall'Asp che adesso sarà autosufficiente e potrà essere un
riferimento per questo tipo di attività sempre più richiesta
dalle moderne pratiche mediche".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA