Hawala, il documentario che
raccoglie le testimonianze dirette di alcuni migranti africani
approdati sulle coste siciliane, diretto da Enis Mulè e Sabah
Benziadi (nata in Algeria ma che vive in Sicilia), ha vinto il
premio per la regia nella sezione documentari al "Sanità Film
Festival" di Napoli. A consegnare il riconoscimento il regista
Ivan Silvestrini. Hawala, prodotto da Cine Union Aps, è un
progetto di inclusione sociale, formazione e cultura, finanziato
con il Bando 'Fermenti' dal dipartimento per le politiche
giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del
consiglio dei ministri. L'opera è stata valutata dalla giuria
presieduta dal giornalista e storico del cinema Valerio Caprara,
affiancato da Viktoria Wasilewski, Marco Spagnoli, Martino
Benvenuti e Antonio Viespoli.
Hawala entra dritto nel cuore delle storie, mostrandoci, con
una forte dose di coinvolgimento emotivo, voci e volti
tormentati dal ricordo delle partenze. Mohamed, Yeyinou,
Natacha, Zakaria e Binta sono i nomi dei protagonisti che hanno
voluto rendere noto il loro lungo calvario per denunciare le
condizioni inumane legate alla cosiddetta tratta dei migranti.
Ognuno di loro ha messo a nudo la propria anima raccontando
quella che è stata la loro odissea prima di arrivare in Italia,
dalla pancia dell'Africa ai Paesi del Maghreb, un cammino pieno
di insidie, di brutalità e di promesse mai mantenute.
La vittoria di 'Hawala' come miglior regia è un tributo al
lavoro instancabile dei registi, al loro esordio nel lavoro
documentaristico, e al loro impegno nel raccontare storie che
spesso rimangono nell'ombra. Il documentario non solo denuncia
queste atrocità, ma celebra anche la resilienza e la forza di
coloro che lottano per la propria libertà e dignità. SàFF è
organizzato dalla Fondazione San Gennaro con Apogeo Ets ed è
promosso e finanziato dal comune di Napoli nell'ambito del
progetto "Cohousing Cinema Napoli". La direzione artistica è di
Andrea De Rosa, Vincenzo Pirozzi e Yulan Morra. Il festival si è
svolto nel quartiere in cui ha vissuto Totò, che è stato
trasformato per 5 giorni in un epicentro culturale, con eventi,
proiezioni, conferenze e uno spettacolare "blu carpet" dalle
scale di via dei Cristallini fino all'ingresso dell'ex
Mendicicomio.
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