Teatro sold out per il debutto al
Teatro Massimo di Palermo de "Les pecheurs des perles" di
Georges Bizet, che torna in scena dopo più di 60 anni. Grande
curiosità per quest'opera scritta a soli 24 anni e che nessuno a
Palermo aveva mai ascoltato nella sua versione originale. Cast
di grande rilievo: Dmitri Korchak, Federica Guida e Alessandro
Luongo Una produzione che arriva dall'Opera du Capitole di
Tolosa ed è firmato da Angelo Smimmo, che ha riadattato la regia
di Thomas Lebrun. Le palme si spingono fino al mare, il regno
dei pescatori che si immergono fino a profondità inaudite per
trovare quelle particolari ostriche che producono le perle sono
la parte centrale della scena firmata da Antoine Fontaine, che
presenta un sistema di palafitte che alludono alla povertà della
gente di Ceylon. Tutto parla dell'isola di Ceylon, e soprattutto
i coloratissimi costumi di David Belogou, una folla di colori, e
quando il coro entra in scena produce una overdose visiva non
sempre gradita al pubblico. Ma il lavoro più lungo e difficile
lo ha fatto Gabriele Ferro, il direttore d'orchestra che ha
registrato il suo secondo grande successo in una settimana,
prima un meraviglioso "Stabat Mater" di Rossini e ieri sera per
"Les pecheurs", alleggerita la partitura da qualche pesantezza
sonora, ha condotto con mano sicura quella che per anni è stata
la sua orchestra. Il primo atto è forse il più bello, contiene
infatti l'aria celebre del tenore "Je crois entendre",
magistralmente eseguita da Korchak e il duetto: "Au fond du
temple saint", applaudito a scena aperta. La palermitana Guida
affronta una prova difficile e la supera con energia e il suo
costume stellato è adornato come una regina orientale, accanto
al basso Ugo Guagliardo nel ruolo di Nourabad. In fondo l'opera
che non meritava tanti anni di silenzio è una fiaba a lieto
fine, dove il coro, diretto da Salvatore Punturo, ha un ruolo
dominante, cui Bizet affida una linea di canto davvero molto
alta e difficile. Ma il regista Smimmo è un coreografo e
riprende il lavoro di Lebrun, altro coreografo. Era inevitabile
che il corpo di ballo fosse presente e con leggerezza si
inserisce nella favola. Alla fine grandi applausi per tutti. Si
replica fino al 21 aprile.
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