Cambia faccia la Procura di Palermo.
E' entrato in vigore il nuovo progetto organizzativo presentato dal capo dei pm, Maurizio de Lucia.
Le deleghe più
"pesanti" sono state assegnate al procuratore aggiunto Paolo
Guido, il titolare, insieme al procuratore, dell'indagine che ha
portato alla cattura del boss Matteo Messina Denaro. Guido,
memoria storica dell'ufficio, continuerà a occuparsi della mafia
trapanese - un lavoro che si annuncia complesso e denso di
risvolti, alla luce di quanto va emergendo dall'inchiesta sui
trent'anni di latitanza del padrino di Castelvetrano - e,
inoltre, coordinerà le indagini sui reati contro la pubblica
amministrazione. Un ambito che spesso si intreccia con Cosa
nostra e che è considerato centrale nella nuova gestione della
Procura.
Con Guido lavoreranno i pm Piero Padova, Gianluca De Leo, da
anni assegnati alla dda che si occupa del trapanese e titolari
dei fascicoli aperti dopo la cattura del boss, e Bruno Brucoli.
All'aggiunto Sergio Demontis, che finora ha coordinato i
procedimenti sui reati contro la pubblica amministrazione, è
stata assegnata la delega per le inchieste su Cosa nostra
agrigentina e sul terrorismo e la tratta dei migranti. Del pool
fanno parte le pm Giorgia Righi e Alessia Sinatra e il pm
Claudio Camilleri.
Le inchieste sulla mafia di Palermo e provincia saranno
coordinate dall'aggiunta Marzia Sabella e assegnate ai pm
Francesca Mazzocco, Francesca Dessì, Giovanni Antoci, Gaspare
Spedale, Federica La Chioma e Giacomo Brandini.
L'aggiunto Ennio Petrigni continuerà a occuparsi della
cosiddetta criminalità diffusa, alla procuratrice aggiunta
Annamaria Picozzi è stata confermata la delega sui procedimenti
di criminalità economica e a Laura Vaccaro il dipartimento
Violenza di genere, Violenza domestica e Tutela delle vittime
vulnerabili.
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