Ventiquattro anni di carcere sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala a Nicolò Mistretta, 67 anni, di Campobello di Mazara (Tp), processato nell'ambito di uno "stralcio" dell'indagine della Dda di Palermo "Eden 3", che nel novembre 2019 vide indagate 19 persone (solo tre arrestati) per traffico internazionale di droga sotto l'egida del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro.
Oltre a Mistretta - tornato in libertà, seppur con una serie di
vincoli, lo scorso marzo - il Tribunale ha condannato anche
Sebastiano Botto, di 65 anni, di Palagonia (Ct).
Botto è stato
condannato a quattro anni di carcere e a 8 mila euro di multa.
Sono stati, invece, assolti con diverse motivazioni Angelo
Greco, di 53 anni, di Mazara del Vallo, attualmente in carcere
in quanto condannato a 8 anni nell'ambito del procedimento di
mafia "Anno Zero", Gaspare Bono, di 32, anche lui di Mazara del
Vallo, e Vincenzo Lo Voi, di 48, di Palermo. Due anni fa, gli
altri imputati scelsero il rito abbreviato davanti al gup di
Palermo. Per la Dda, a sostenere l'accusa sono stati prima il pm
Alessia Sinatra e poi la sua collega Francesca Dessì.
Nell'operazione "Eden 3" finirono in carcere Nicolò Mistretta,
che dall'aprile 2019 percepiva il reddito di cittadinanza (500
euro al mese), nonostante due condanne subite nel 1998 e nel
2001, e Giacomo Tamburello, 62 anni, di Campobello di Mazara,
mentre, per ragioni di età, furono concessi i domiciliari all'ex
avvocato Antonio Messina, anche lui campobellese, ma residente a
Bologna. Lo scorso anno, il gup di Palermo ha condannato
Tamburello a 12 anni di carcere, assolvendo invece l'avvocato
Messina.
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