Ritenendo che "la relazione tecnico-finanziaria prodotta dall'Aran presenta significative lacune informative in ordine agli elementi necessari per l'espressione di un giudizio di attendibilità dei costi contrattuali", la sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana ha deliberato "di rilasciare certificazione negativa sull'ipotesi di accordo quadro del contratto collettivo regionale di lavoro dell'area della dirigenza e degli Enti per il triennio normativo ed economico 2016-2018".
Per i giudici contabili "non appare apprezzabile la copertura
finanziaria degli oneri a carico degli esercizi 2021 e seguenti,
atteso che, ad oggi, non risulta approvato neppure il bilancio
di previsione 2021-2023".
Insomma, per la Corte "il quadro
finanziario - al momento incerto- che emerge dai documenti di
programmazione e bilancio, non consente di poter esprimere una
valutazione di sostenibilità dei costi contrattuali illustrati
nell'ipotesi di accordo".
"Inaccettabile, la Regione corra subito ai ripari e metta in
sicurezza il rinnovo del contratto dei dirigenti", dicono
Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera, rispettivamente segretari
generali della Cisl Sicilia e della Cisl Fp Sicilia.
"Il governo regionale si assuma le sue responsabilità in questa
vicenda - aggiungono - Lo deve ai suoi dipendenti. Questa
notizia getta nello sconforto l'intera categoria dei dirigenti
regionali che sconta un blocco contrattuale che dura da più di
16 anni e che resta, a questo punto, l'unico comparto del
pubblico impiego in tutta Italia che non ha ancora avuto
rinnovato il contratto di lavoro". Dice Claudio Barone,
segretario generale della Uil siciliana: "Attendendo di capire
meglio le motivazioni della Corte dei Conti, chiediamo un
intervento urgente al governo Musumeci per avvistare e superare
subito i problemi che sono emersi; non è accettabile che si
vanifichino gli effetti di un contratto che era già stato
acquisito con notevole ritardo".
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