La polizia di Palermo - in collaborazione con le squadre mobili di Milano, Napoli e Trapani e con gli agenti del reparto prevenzione crimine della Sicilia occidentale - sta eseguendo una serie di misure cautelari a carico, tra gli altri, di esponenti mafiosi del clan di Brancaccio accusati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga e possesso illegale di armi.L'operazione, denominata Zefiro, ricostruisce la vita criminale di uno dei più importanti mandamenti palermitani, le sue attività economiche e i contatti con altre organizzazioni criminali. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Leonardo Agueci e da i pm Francesca Mazzocco, Caterina Malagoli ed Ennio Petrigni.
Sono diciotto gli arrestati la notte scorsa durante il blitz della polizia nel quartiere Brancaccio, a Palermo.
In manette anche quello che è ritenuto il nuovo capomafia del capoluogo: Natale Bruno.
Nelle intercettazioni effettuate in un magazzino di via Gaetano Di Pasquale 8, Bruno riceveva i commercianti che pagavano lì il pizzo e non sospettava che quella stanza fosse imbottita di cimici. Bruno è uomo dei Graviano, tanto che i boss di Brancaccio andavano in giro a Milano con la sua auto.
I commercianti di Palermo sapevano dove andare per "mettersi in regola" con i pagamenti del pizzo: in un magazzino di via Gaetano Di Pasquale 8, dove c'è il quartier generale del boss Natale Bruno, arrestato oggi nel blitz della polizia. Ripreso dalle telecamere, un commerciante di casalinghi che aveva trovato Attak nei lucchetti del proprio negozio, si è sentito dire dal boss "Al tuo buon cuore, attenzione. Non stiamo chiedendo niente ... A Pasqua e Natale, quello che volete fare". E il commerciante pagò
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