"La decisione comunicata stamane da Glencore ai sindacati, ove venisse confermata, è inaccettabile, provocatoria e scorretta. Inaccettabile nel merito, perché contraddice clamorosamente quanto affermato dall'azienda al tavolo del Mimit. Scorretta e provocatoria nel metodo, perché avviene proprio mentre una delegazione tecnica del ministero sta visitando il sito industriale per valutarne le potenzialità come concordato in quella sede. Ne trarremo immediate conseguenze". È quanto si legge in una nota del ministero delle Imprese e del Made in Italy su indicazione del ministro Adolfo Urso, d'intesa con il sottosegretario di Stato Fausta Bergamotto.
Cisl, 'a rischio la pace sociale in Sardegna'
"In palese violazione degli impegni assunti durante l'ultimo incontro con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Regione Sardegna e le parti sociali, Glencore ha comunicato l'anticipazione della chiusura della linea di produzione dello zinco nello stabilimento di Portovesme a partire da lunedì 23 dicembre, anziché il 31 dicembre come precedentemente concordato. Questa decisione unilaterale compromette gravemente le possibilità di accesso agli impianti da parte di potenziali investitori interessati all'acquisizione e al rilancio delle attività produttive, mina profondamente il rapporto di fiducia tra le parti coinvolte e mette ulteriormente a rischio la già fragile pace sociale nel territorio del Sulcis Iglesiente, con pesanti ripercussioni economiche e occupazionali per circa 1.200 lavoratori, tra diretti e indiretti". Lo afferma il segretario generale della Cisl sarda, Pier Luigi Ledda.
"Questa scelta arbitraria da parte di Glencore rappresenta un colpo inaccettabile per il Sulcis e per l'intera regione. Il Governo e la Regione devono intervenire immediatamente per richiamare l'azienda agli impegni presi - aggiunge - Non possiamo permettere che venga calpestata la dignità dei lavoratori e che venga compromesso il futuro industriale di un intero territorio".
"La Cisl nazionale - prosegue Ledda -, insieme alla Cisl sarda e alle strutture territoriali, chiede un intervento urgente del Governo affinché Glencore venga ricondotta al rispetto degli accordi presi, creando le condizioni necessarie per favorire l'ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali e rilanciare le produzioni dello stabilimento di Portovesme".
Cgil, 'schiaffo ai lavoratori'
"Lo schiaffo della Glencore ai lavoratori, alla Regione e al Governo non può restare impunito, dalla forza della risposta che arriverà dalle istituzioni si misurerà la loro coerenza rispetto agli impegni presi anche nell'ultimo incontro a Roma e in vista del sopralluogo dei tecnici ministeriali oggi nello stabilimento": così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante commenta la comunicazione arrivata proprio stamattina alle rsu, ovvero che lunedì 23 chiuderà completamente e in anticipo la linea zinco.
"La multinazionale, prima ancora della visita tecnica programmata per capire come rilanciare lo stabilimento, in spregio a un intero territorio, a una regione e al paese nei quali ha fatto profitti per decenni, ne certifica la fine, pensando di potersene andare lasciando macerie e senza pagare pegno. Così facendo la Glencore dimostra la totale assenza di senso di responsabilità sociale", aggiunge.
Assessora Manca, 'da Glencore atto di scorrettezza'
"Anticipare la chiusura della linea zinco al 23 dicembre non è solo un atto di estrema scorrettezza ma dimostra un'assoluta spregiudicatezza di fronte alla quale il Governo non può attendere un giorno in più per rispondere con azioni forti e corali in favore della salvaguardia dei lavoratori di Portovesme. Oggi la Glencore ha dimostrato per l'ennesima volta una totale mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, dei sindacati e della Regione Sardegna". Questo il commento dell'assessora del Lavoro della Sardegna Desirè Manca alla luce della decisione dell'azienda di chiudere la linea zinco già lunedì prossimo. Una comunicazione ricevuta dalla rsu della Portovesme srl in mattinata, ancora prima dell'incontro previsto con i tecnici del ministero.
"La crisi occupazionale che riguarda circa 1200 lavoratori e per la quale abbiamo già avviato le interlocuzioni con i ministeri del Lavoro e del Made in Italy ha assunto una forma drammatica - osserva - Chiedo ai ministri Urso e Calderone un intervento immediato per assicurare la tutela dei lavoratori e delle famiglie sarde che sotto Natale stanno ricevendo questa notizia drammatica, e rinnovo l'appello alla ministra del Lavoro sulla creazione di un tavolo di crisi permanente che grazie ad un piano di accompagnamento e riqualificazione dei lavoratori consenta alla Regione Sardegna e al Governo di trovare una soluzione strutturale e di sistema".
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