Oltre 3.500 aziende in Sardegna
che si occupano di yacht e in generale di nautica da diporto.
Con utili nel 2023 di circa 15 milioni di euro. Un pezzo
dell'industria turismo che però ha ancora potenzialità
inespresse: ad esempio manca una rete di collegamento con le
aree interne. Dati e analisi sono contenuti in una ricerca
condotta dal Disea, il dipartimento di Scienze Economiche e
Aziendali dell'Università di Sassari, in collaborazione con
Federagenti, Capitanerie di porto di Olbia e Cagliari e
finanziata dalla Regione Sardegna.
L'Isola è stata contestualizzata nel contesto Mediterraneo:
il numero complessivo degli yacht in giro (non necessariamente
in Sardegna, ma spesso è tappa obbligata) è passato dai 953 del
2015 ai 1.385 del 2024. Il calo del 2020, con soli 978 yacht, è
legato alla diminuzione generale delle attività turistiche a
causa della pandemia. La crescita più importante si è registrata
nel 2023, dovuta soprattutto all'aumento degli yacht di più
piccola taglia. Come per il turismo in generale, anche lo
yachting rimane altamente legato alla sola stagione estiva, in
particolare ai mesi di luglio e agosto. Anche se la Sardegna
presenta un numero rilevante di marine in grado di ospitare
yacht pure di grandi dimensioni, la regione sconta l'assenza di
un collegamento con le aree interne: ciò non permette la nascita
di una filiera economicamente vantaggiosa anche per i territori
che ne potrebbero fruire.
L'analisi economico-aziendale condotta per la Sardegna ha
esaminato le imprese nei settori legati alla nautica e ai
servizi di ristorazione delle principali aree portuali. Il
totale degli utili è di circa 15 milioni. Con i servizi di
ristorazione al primo posto con 10 milioni. Il trasporto
marittimo e il settore della costruzione di navi e imbarcazioni
hanno contribuito con circa 2,5 e 1,7 milioni di euro. In
particolare, i cantieri navali hanno prodotto utili per 243.000
euro, rappresentando il 14% degli utili del settore della
costruzione di navi ed imbarcazioni.
"Data la forte innovazione in essere in questo campo, il
progetto - ha spiegato Brunella Brundu, responsabile scientifica
- propone tecnologie innovative importanti per la gestione dei
servizi e si avvale di un'organizzazione basata anche su
strumenti legati all'intelligenza artificiale".
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