Una trentina di manifestanti, contrari alla realizzazione del Tyrrhenian Link, ha bloccato per circa un'ora la strada statale 387 a Selargius vicino all'area occupata in cui sorgerà la stazione di conversione dell'impianto, sgomberata stamattina dalle forze dell'ordine per essere restituita alla Terna, la società che sta eseguendo i lavori del cavo sottomarino.
Ci sono stati momenti di tensione a causa del blocco del transito delle auto, con le forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa. Stamani lo sgombero era proceduto senza intoppi, ma nel pomeriggio il tam tam sui social di quello che stava avvenendo ha fatto radunare a Selargius altre persone. I manifestanti hanno gridato a più riprese in sardo "bregungia, bregungia" (vergogna, vergogna) riferendosi allo sgombero di questa mattina. "Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni", commenta Rita Corda del comitato No Tyrrhenian.
Il blitz questa mattina per lo sgombero
Blitz delle forze dell'ordine coordinato dalla Digos, questa mattina a Selargius, per lo sgomebro del presidio contro il Tyrrhenian, in località Matta Masonis. Da mesi un gruppo di attivisti protesta, con azioni anche davanti ai municipi del comuni coinvolti dall'infrastruttura, per impedire l'esproprio chiedendo di "salvare" degli ulivi in un'area dove dovrebbe sorgere la futura stazione di conversione elettrica e dove saranno ripiantumati circa 230 alberi di ulivo da Terna, la società elettrica che sta effettuando i lavori del nuovo corridoio elettrico a doppio cavo sottomarino lungo circa 970 km con una potenza di 1.000 MW che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla penisola.
Tutti i manifestanti sono stati identificati, per otto di loro è scattata la denuncia per danneggiamento, occupazione di terreno di pubblica utilità e violenza privata. Accuse che erano state formalizzate dalla stessa Terna nella querela presentata a ottobre. Le forze dell'ordine hanno eseguito il sequestro preventivo dell'area disposto dal giudice del tribunale di Cagliati Michele Contini su richiesta del pm Emanuele Secci, che ha aperto un fasciolo nato proprio dalla querela di Terna riguardo all'occupazione del terreno.
"Noi continueremo la strada intrapresa da qualche mese - avverte l'avvocata Giulia Lai, che rappresenta gli otto indagati - proseguiremo nell'opposizione agli espropri e a insistere con la procura affinché si concluda il procedimento penale nei confronti di Terna ancora in corso sulla base dell'esposto presentato nel maggio del 2024".
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