(di Stefano Ambu) Attore tutto sguardi, parole, interpretazione.
Ma Giancarlo Giannini, a Cagliari al Teatro Doglio in occasione di un incontro con il pubblico per Sardegna Mediterranea - L'isola del Genio e dell'Ingegno, ha invitato i partecipanti a stare attenti anche alle sue mani.
Ma non le mani
usate per gli schiaffi alla borghesissima Raffaella Pavone
Lanzetti (interpretata da Mariangela Melato) nella celebre scena
del film di Lina Wertmuller girato nell'isola "Travolti da un
insolito destino nell'azzurro mare di agosto". Quella raccontata
dall'attore è tutta un'altra storia.
"Sono arrivato alla recitazione per caso, da sempre la mia
passione è stata l'elettronica, sono un perito elettronico
industriale. Noi abbiamo uno strumento straordinario, le mani, e
grazie a queste mani, posso svolgere tantissime attività. Mi
conoscete tutti come attore e doppiatore ma io - chiarisce
Giannini - sono anche un falegname, un fabbro. Visto che di mani
parliamo, sono anche uno straordinario cuoco".
Mani usate anche per il cinema. Una delle invenzioni più
famose di Giancarlo Giannini è stata una giacca speciale che
realizzò per Robin Williams nel film Toys di Barry Levinson del
1992. "Una giacca parlante - racconta - capace di emettere suoni
e di parlare sei lingue, compreso il giapponese. Me la chiesero
i produttori americani. Per realizzarla lavorai 6 giorni e 6
notti, senza sosta. La caratteristica speciale è che tutto
l'impianto, con le luci, doveva essere esterno, perché il
pubblico doveva vedere che si trattava di un oggetto speciale".
Una lunga carriera di successi quella di Giannini. Dal
debutto al cinema, nel 1965, ha interpretato oltre 150 film,
ottenendo anche una nomination all'Oscar, fino al riconoscimento
sulla Walk of Fame, l'unico attore italiano insieme a Rodolfo
Valentino. Un momento di commozione quando sullo schermo viene
proiettata la foto insieme alla regista Lina Wertmüller: "Lei
era quella brava, era grandissima, le devo tutto - confessa -
Aveva una visione unica sulle cose del mondo, sulla vita, sul
cinema".
Altri ricordi, il dialogo serrato con Anthony Hopkins
(Hannibal Lecter). "Lui è un attore pazzesco, dalla punta dei
piedi fino all'ultimo capello della testa. Lavorare con lui ha
significato imparare tante cose. Guardavo come si muoveva, come
parlava, scrutavo le sue espressioni facciali durante le scene.
Lui è uno di quelli che bisogna guardare, per assimilare l'arte
della recitazione, per imparare. Nella mia carriera ho avuto dei
maestri straordinari, registi e colleghi che mi hanno aiutato a
diventare quello che sono".
Come doppiatore è stato anche la voce di Jack Nicholson e Al
Pacino. E a Cagliari sono state mostrate le immagini di Shining,
il film del 1980 diretto e sceneggiato da Stanley Kubrick
insieme a Diane Johnson. Su tutte la scena di "Wendy, dammi la
mazza". "Doppiare certe scene è davvero difficile, anche per la
quantità di parole e la velocità che caratterizzano i dialoghi -
precisa - Credo che in questo caso mi abbia aiutato anche la mia
propensione allo studio. Sono un perfezionista, leggo e rileggo
il copione fino all'ultimo secondo, dovunque mi trovi. Solo così
- afferma convinto - si ottengono grandi risultati".
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