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Amministrazione Melucci traballa ma si salva, si dimettono in 16

Amministrazione Melucci traballa ma si salva, si dimettono in 16

Raccolte firme dal notaio, ma l'ultima indispensabile non arriva

TARANTO, 19 febbraio 2024, 20:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ha rischiato di terminare anticipatamente anche il secondo mandato del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci a causa delle dimissioni, ratificate oggi in uno studio notarile, della maggioranza dei consiglieri comunali. Ma in serata, contrariamente alle notizie che si erano inseguite per ore, di firme ne sono arrivate solo 16 e la diciassettesima, quella decisiva per determinare lo scioglimento, non è arrivata.
    A tirarsi indietro con un duro comunicato contro il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato il consigliere della lista Taranto senza Ilva, Luigi Abbate. "Non sono il pupazzo di Michele Emiliano - ha scritto - non firmo".
    L'amministrazione Melucci era caduta anticipatamente già il 16 novembre del 2021. Il Consiglio all'epoca fu sciolto (a circa tre anni e mezzo dall'insediamento) con la nomina di un commissario fino alle elezioni del giugno 2022, quando Melucci fu rieletto al primo turno, sostenuto dalle forze di centrosinistra.
    Dopo poco più di un anno e mezzo 16 consiglieri (di maggioranza e di opposizione) avevano deciso di staccare la spina ritenendo la gestione amministrativa ormai ingessata a causa delle ripetute fibrillazioni nella coalizione di centrosinistra. La crisi politica era nata in seguito alla decisione del primo cittadino di allargare alla maggioranza a Italia Viva, che non faceva parte dello schieramento originario e che improvvisamente era diventato il primo partito nella coalizione con sei consiglieri.
    I partiti del fronte progressista, che erano già passati all'opposizione, hanno accolto l'invito della minoranza a recarsi dal notaio per decretare la fine anticipata della consiliatura. Hanno firmato le dimissioni gli ex consiglieri di maggioranza Piero Bitetti e Stefania Fornaro di Con, Lucio Lonoce e Vincenzo Di Gregorio del Partito Democratico, Luca Contrario di Una strada diversa, Antonio Lenti dei Verdi, Mario Odone del Movimento 5 stelle, Gianni Liviano di Demos e i consiglieri di minoranza Massimiliano Di Cuia di Forza Italia, Walter Musillo, Francesco Cosa e Mimmo Festinante di Svolta liberale, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano di Fratelli d'Italia, Francesco Battista della Lega, e Massimo Battista della lista Una città per cambiare Taranto.
    L'intenzione era di depositare le firme in tempo utile per consentire il ritorno al voto, dopo una fase commissariale di alcune settimane, già nel prossimo giugno.
   

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