"Taranto è una città molto vivace
e complessa, ma credo che abbia già avviato un processo di
rivalutazione della propria storia. Rinnoviamo il patto di
collaborazione con le istituzioni per portare Taranto sulle
prime pagine delle cronache nazionali per farne conoscere le
bellezze, il progresso che essa compie e le opere che le danno
onore". Così il neo arcivescovo di Taranto Ciro Miniero, che ha
iniziato oggi il suo ministero episcopale con una serie di
celebrazioni tra città vecchia e città nuova.
"Certo i problemi - ha detto il presule intrattenendosi con i
giornalisti - non mancano. Basta camminare per le strade e
vedere il colore rosso dei guard-rail a causa delle polveri
industriali: ci fanno capire subito che è una realtà malata, una
terra malata, e qui bisogna compiere tutti gli sforzi perchè chi
può deve mettere nelle condizioni la gente di poter vivere
serenamente e tranquillamente con il lavoro e con la salute". Un
riferimento anche alla questione ambientale e ai problemi di
inquinamento, a partire dai quartieri a ridosso dello
stabilimento siderurgico ex Ilva. "Non ci può essere - ha
osservato mons. Miniero - chi sta meglio perchè si trova in una
zona con minori problemi e chi invece sta peggio perchè
costretto a vivere in una zona che porta dei rischi. Tutti
abbiamo diritto a una vita dignitosa".
Il neo arcivescovo ha detto di aver colto "la sofferenza più
grande nella mancanza di lavoro, nella mancanza di prospettive,
e dobbiamo impegnarci perchè tanti giovani restino a Taranto,
restino nel sud Italia, per esprimere ciò che hanno preso da qui
e hanno maturato lungo il percorso della formazione. Poi
certamente possono scegliere dove meglio realizzare la propria
esperienza, ma non devono andar via con l'amarezza nel cuore
perchè abbandonano la loro terra di origine".
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