Il Consiglio nazionale dei
commercialisti, audito oggi presso la Commissione Finanze e
tesoro del Senato sul disegno di legge delega "Interventi a
sostegno della competitività dei capitali", ha definito il testo
"un intervento apprezzabile, volto alla semplificazione e alla
razionalizzazione del quadro normativo e regolamentare attuale
con una spinta alla mobilizzazione e la canalizzazione dei
risparmi privati verso le attività delle imprese".
In particolare, a giudizio del consigliere nazionale David Moro
"c'è la necessità di assicurare la presenza di presidi per gli
investitori e le società emittenti. In questa prospettiva desta
qualche perplessità l'assenza di un regime normativo completo
delle nuove Srl Pmi, oggetto di reiterati interventi normativi
nell'ultimo decennio, che nelle previsioni del ddl potranno
avere accesso a sistemi di dematerializzazione delle quote
simili a quelle in uso per le Spa". E aggiunge: "Ci si chiede
se, considerate le rilevanti novità introdotte per le piccole e
medie imprese costituite in forma di Srl che tendono ad
assottigliare le differenze con le Pmi emittenti azioni quotate,
non si renda necessario suggerire previsioni volte a definire
uno "statuto" normativo di tali società in termini di maggior
rigore rispetto a quanto già previsto nella disciplina
codicistica e nell'ottica di offrire più ampie tutele ai soci
investitori e presidi essenziali per garantire simmetria,
completezza e affidabilità informativa, nonché l'adeguatezza
degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili", come
peraltro oggi impone la legge alle società che si "aprono"
all'investimento".
Moro ha, infine, sottolineato "l'importante ruolo che il
professionista iscritto all'Albo può svolgere nell'ambito della
'corporate finance' su tali tematiche, in quanto professionista
in possesso di specifiche competenze tecniche riconosciute alla
legge professionale, anche nell'ambito dei progetti educativi
che si intendono avviare per sensibilizzare i consumatori".
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