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CRV: Modificata disciplina di raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi

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CRV: Modificata disciplina di raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

03 settembre 2024, 16:36

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO


(Arv) Venezia 3 set. 2024 - Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi, con 36 voti favorevoli e 10 astenuti, la proposta di legge n. 233 di modifica della L. reg. n. 30/1988 che disciplina la raccolta, la coltivazione e la commercializzazione dei tartufi, relatore il consigliere Filippo Rigo (Lega-LV), correlatore il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni, progetto di legge che nel corso dell’iter istruttorio in Commissione era stato unificato con l’analogo pdl n. 229, primo firmatario il consigliere Enoch Soranzo (Fratelli d’Italia).
Come ha evidenziato il relatore nel corso dell’illustrazione in aula, il Veneto è una regione vocata alla produzione di tartufi, risorsa tuttavia non ancora pienamente sfruttata: “I dati della Regione attestano che nel 2020 il numero di tartufai abilitati superava le 4mila unità, con un trend di crescita che stando alle previsioni dovrebbe ad oggi aver raggiunto le oltre 5.000 unità. Una cifra che a sua volta potrebbe raddoppiare se a quest’ultimi fossero aggiunti i cosiddetti raccoglitori informali. Tra questi, infatti, solamente il 65% intraprende questa attività a fini commerciali e il restante 35% pratica la raccolta come mera attività hobbistica. Infine, le aziende dedite alla raccolta professionale di tartufo e munite di partita IVA ammontano a sole 23 unità, collocate per lo più nella provincia di Vicenza e Verona”. Il relatore, inoltre, ha ricordato - con il presidente della Terza commissione Marco Andreoli (Lega-LV), intervenuto successivamente come il presentatore del pdl n. 229 Soranzo e il consigliere di FDI Joe Formaggio - che un’inadeguata valorizzazione della produzione dei tartufi può essere associata al problema dello spopolamento della montagna, aspetto, quest’ultimo, criticato dal correlatore della proposta di legge, che ha inoltre stigmatizzato la proposta di demandare alla Giunta buona parte della disciplina di dettaglio e il mancato adeguamento della disciplina sanzionatoria, elementi sui quali si è soffermato anche il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni. Le modifiche riguardano, ad esempio, l’aggiornamento delle procedure tecniche per le operazioni di miglioramento colturale e la previsione di un piano pluriennale di ottimizzazione delle aree tartufigene; l’adeguamento della definizione di tartufaie coltivate con le altre fonti che regolano la materia, demandando alla Giunta la determinazione dei criteri e delle modalità per il controllo e la certificazione delle piante tartufigene; la modifica delle modalità di riconoscimento delle tartufaie e della composizione della commissione che svolge gli esami per il rilascio del tesserino per la raccolta; la possibilità di avvalersi del parere della stessa commissione per la variazione del calendario di raccolta, di raccogliere tartufi nei terreni del demanio regionale, di introdurre una tassa per la ricerca e la raccolta dei tartufi pari a 100 euro, definita nel dettaglio dalla Giunta regionale, e di realizzare manifestazioni regionali e nazionali.

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