C'è anche un presepio che fu
realizzato in un lager nazista, tra i 40 esposti nella mostra
allestita dal Consiglio regionale del Piemonte in collaborazione
con l'Associazione Archivio Amoretti. E' quello che venne
preparato da Guido Amoretti da prigioniero durante la Seconda
guerra mondiale: un presepe necessariamente povero ma portatore
di una grande speranza. E' stato portato dalla figlia Carla
Amoretti, presidente dell'Associazione Archivio Amoretti che ha
partecipato all'inaugurazione.
La mostra, dal titolo 'Anche qui è nato Gesù', è un viaggio
nei presepi di tutto il mondo visitabile all'Urp (ufficio
relazioni con il pubblico) del Consiglio regionale del Piemonte,
in via Arsenale 14 G, Orario di apertura: dal lunedì al giovedì
9-12.30 e 14 -15.30, il venerdì 9-12.30. Ingresso libero. L'ha
allestita Roberto Nivolo, architetto torinese, collezionista di
presepi da decenni che ha allestito la mostra insieme alla
collega Sonia Bigando.
"Il presepio in generale, e soprattutto in questa mostra, ha
un significato universale di amore e di fratellanza tra tutti i
popoli del mondo, un messaggio importante in questo periodo
difficile in cui c'è molto bisogno di pace", ha detto il
presidente del Consiglio regionale Davide Nicco durante
l'accensione del grande albero di Natale nell'atrio di Palazzo
Lascaris e l'inaugurazione della mostra, a cui hanno partecipato
gli alunni della classe V dell'Istituto comprensivo Duca d'Aosta
di Torino.
Alla cerimonia c'erano anche il vicepresidente del Consiglio
regionale Domenico Ravetti e il consigliere segretario Fabio
Carosso.
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