Regione e Università hanno
inaugurato a Chiusa Pesio, nel Cuneese, il Living Lab dove un
processo circolare trasforma i residui della filiera del
castagno (foglie, bucce, residui di potature) in risorsa. E'
stato creato al Centro Regionale di Castanicoltura, uno dei tre
vivai forestali della Regione.
Al 'Castanetum', considerato uno dei campi collezione di
variabilità genetica del castagno più ampi a livello
internazionale: ci sono 130 cultivar provenienti oltre che da
tutta Italia, da diverse parti del mondo. Avviato vent'anni fa
per iniziativa della Regione, dell'Università di Torino e delle
Comunità montane è diventato un punto di riferimento a livello
nazionale per la filiera della castanicoltura tanto da meritarsi
lo status di "Centro nazionale per lo studio e la conservazione
della biodiversità forestale".
"Un primato che ci rende orgogliosi soprattutto perché
rappresenta una risposta concreta alla sostenibilità ambientale:
non è poco - dice l'assessore regionale allo Sviluppo e
promozione della Montagna Marco Gallo -. Ma c'è un altro motivo
di soddisfazione: il Centro di Chiusa Pesio è frutto di un gioco
di squadra che ci vede protagonisti con l'Università, l'Uncem e
l'Ipla e che in 20 anni ha saputo conquistarsi un ruolo di primo
piano a livello internazionale"
Il progetto 'Reaction', finanziato dalla Regione Piemonte con
fondi dell'Unione Europea premiato con la bandiera verde di
Legambiente. ha permesso di trovare un utilizzo diverso e più
ecologico rispetto all'abbruciamento di gestire le 200mila
tonnellate di biomasse della filiera del castagno da gestire
ogni anno in Piemonte. I primi esperimenti sono stati compiuti
in 50 ettari di boschi del Cuneese e del Torinese sotto la
direzione del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di
Torino.
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