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Giornalista aggredito, identificato il gruppo degli aggressori

Giornalista aggredito, identificato il gruppo degli aggressori

Salgono a quattro i militanti di CasaPound Torino denunciati. Tre le aggravanti contestate. La Russa: 'Totale condanna ma non si è dichiarato'

TORINO, 24 luglio 2024, 10:59

Redazione ANSA

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Il giornalista de La Stampa Andrea Joly. FRAME DA VIDEO LA STAMPA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giornalista de La Stampa Andrea Joly. FRAME DA VIDEO LA STAMPA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono stati identificati tutti i presunti aggressori del giornalista de La Stampa, Andrea Joly, vittima di un pestaggio da parte di attivisti di estrema destra. Ai primi due militanti di CasaPound Torino, un 45enne e un 53enne riconosciuti poco dopo i fatti, la digos della polizia di Stato ha identificato altre persone. Si tratta di un 46enne e un 35enne. Questa mattina gli investigatori hanno perquisito le abitazioni dei quattro, sequestrando capi di abbigliamento che avrebbero avuto addosso sabato sera, quando durante la festa dell'Asso di Bastoni, Joly è stato malmenato dal gruppo perché scattava delle fotografie.

Gli indumenti sequestrati sarebbero, per l'accusa, gli stessi indossati dal gruppo, sabato e immortalati in almeno tre video dell'aggressione al giornalista. Sempre questa mattina è stato perquisito anche 'Asso di Bastoni, in via Cellini, nel quartiere di San Salvario. All'interno del pub gli investigatori della digos, guidata dal dirigente Carlo Ambra, non hanno però trovato nulla di utile alle indagini e non ci sono stati sequestri, a quanto si apprende. I quattro al momento sono accusati di violenza privata e lesioni personali. L'inchiesta è affidata al pm Paolo Scafi.

Tre le aggravanti contestate - Lesioni personali aggravate dai futili motivi, dal numero di persone e dall'avere agito per commettere il reato di violenza privata. Questa, secondo quanto si apprende, la contestazione presente nel decreto di perquisizione spiccato dalla Procura di Torino nell'indagine sull'aggressione al giornalista Andrea Joly da parte di militanti dell'estrema destra. L'intervento della Digos ha per obiettivo la raccolta di indumenti che permettano di identificare con certezza i partecipanti all'aggressione. Gli accertamenti non riguardano altre circostanze.

La Russa: 'Il giornalista aggredito? Non si è dichiarato'

 "Assoluta e totale condanna" per la vicenda del giornalista de 'La Stampa' aggredito da Casa Pound a Torino, "ma ci vuole un modo più attento di fare le incursioni da parte dei giornalisti" anche perché "la persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista".

Questo "non giustifica nulla", ma "non credo che il giornalista passasse lì per caso" e "trovo più giusto se l'avesse detto". E' senz'altro questo uno dei passaggi più forti e anche più criticati dalle opposizioni, dell'intervento pronunciato dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare.

La Russa, prima risponde agli interrogativi che gli pone il presidente dell'Asp Adalberto Signore su Premierato, legge elettorale, Ue, Ucraina, poi accetta di rispondere alle domande dei cronisti presenti in sala. Toccando temi come le organizzazioni neofasciste, il caso di Rosanna Natoli al Csm e il continuo ricorso alla decretazione d'urgenza con tanto di richiesta del voto di fiducia. Per quanto riguarda Casa Pound, La Russa risponde che "ci sono una legge precisa e un percorso preciso" da seguire per l'eventuale scioglimento chiesto dall'opposizione. Ma poi rilancia con una battuta: "C'è un consigliere del Pd che ha fatto male a un consigliere della Lega. Non vorrei si chiedesse lo scioglimento del Pd...". Sul caso Natoli invece la risposta è tranchant: "Che consiglio le darei? Nessuno non do consigli". Sul continuo ricorso alla decretazione d'urgenza e ai voti di fiducia riconosce che ci sono degli eccessi tanto che ammette di aver "detto a Ciriani" che se il governo "continua così faremo decadere un po' di decreti". "Ho anche parlato con il presidente della Repubblica dell'impegno preso dai presidenti di Camera e Senato al fine di evitare una "diminuzione" del ruolo del Parlamento" assicura osservando che "spesso si tratta di un problema di tempo che può essere risolto con una maggiore attenzione e organizzazione quando vengono emanati i decreti". Un cronista della stampa estera gli chiede della possibile acquisizione dell'Agi da parte del parlamentare della Lega Antonio Angelucci e La Russa gli risponde: "se lei pensa che i giornali di Angelucci abbiano il dominio della stampa allora ha bisogno di rafforzare la sua conoscenza". Tornando poi sull'inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale, La Russa condanna "senza se e senza ma ogni ipotesi di violenza" ma aggiunge che "l'inserimento subdolo, mascherato" che fa parte della professione gli piacerebbe "che fosse a 360 gradi". Nessuno gli chiede nulla sulla 'partita del cuore' giocata a L'Aquila tra cantanti e politici, così se lo "chiede da solo". "Un giornalista ha detto non si gioca a calcio con i fascisti, si chiama Berizzi. Io non giocherei a calcio con Berizzi, siamo pari", dichiara il responsabile di Palazzo Madama che subito dopo definisce quell'incontro di calcio la dimostrazione che "lo scontro politico" non deve mai trasformarsi in uno "scontro tra persone". Sul premierato prevede anche lui che ci sarà il referendum perché al momento "non c'è alcuna possibilità di confronto tra opposizione e maggioranza". Riconosce che "c'è stata qualche incomprensione tra Salvini e Tajani", ma lui si "fida di loro" e non crede che questo possa influire sulla tenuta del governo. Dice di "aver apprezzato il 'no' a von der Leyen senza rompere con lei". E non pensa che l'Ue avrà un atteggiamento negativo con l'Italia per questo perché se così fosse "dovrei cominciare a pensar male dell'Ue". Ricorda di aver avuto "un atteggiamento forse troppo benevolo nei confronti del fascismo" fino a quando non ha saputo delle leggi razziali". E a proposito delle "amare frasi" di Liliana Segre dopo l'inchiesta di Fanpage assicura: "Stia tranquilla. Se ci fosse bisogno metterei il mio petto davanti a lei e la difenderei in prima persona, ma non ce ne sarà bisogno". Infine, un richiamo al busto di Mussolini ereditato dal padre: "Abbiamo contato 250 mila citazioni. Non c'è dubbio è l'opera d'arte più citata a livello mondiale".

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