Il regista serbo due volte Palma d'Oro a Cannes Emir Kusturica, che con Underground ha raccontato la guerra civile che ha insanguinato l'ex Jugoslavia, rende omaggio nel suo ultimo libro al Premio Nobel per la Letteratura Peter Handke, andando alle radici dell'odio che ha lacerato quel lembo d'Europa sul finire del Novecento.
A Torino per il nuovo
festival letterario Radici diretto da Giuseppe Culicchia,
Kusturica ha presentato il nuovo romanzo - L'angelo ribelle -
partendo proprio dalle radici: "strumento fondamentale - ha
sottolineato - per cercare di sopravvivere".
"Se tu cadi da un ponte nell'acqua gelida di un fiume - ha
esemplificato Kusturica - la cosa migliore che ti possa capitare
è la fortuna che ci sia nelle vicinanze un albero e abbia una
qualche radice a cui aggrapparti, e che questa radice sia
abbastanza forte da permetterti di sopravvivere.
Potresti sempre
morire, ma certamente avresti più probabilità di farcela.
Parlando delle radici balcaniche, o anche di quelle italiane,
sono molto ottimista. Perché finché non avranno inventato un
sistema per cancellarci la memoria e metterci qualcos'altro
nella testa - per esempio per far dimenticare agli italiani chi
era Michelangelo - possiamo stare tranquilli".
"Sono ottimista - ha spiegato il regista - perché un italiano
non può dimenticare il passato che Michelangelo rappresenta.
Così non può accadere che da Wall Street o da Davos ci dicano
cosa fare, né che ci cancellino questa memoria che dobbiamo
curare e mantenere, combattendo per la sopravvivenza di
personalità come i vari Veronesi, Garrone, Sorrentino. Ma non
dobbiamo combattere non solo per i noti - ha avvertito - ma
anche per gli ignoti: bisogna impegnarsi per creare un ambiente
che sia fecondo all'emergere dei nuovi artisti. In ogni caso
sono molto ottimista per il futuro, proprio grazie anche a ciò
che è stato, alle radici che abbiamo in un passato ricco di
personalità straordinarie che non possiamo dimenticare".
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