(di Rodolfo Calò)
Nel Paese di maggior peso dell'Ue,
la Germania, le elezioni europee sono connotate da un'estrema
destra indebolita da una serie di scandali legati alle sue
tendenze xenofobe e anti-occidentali e da attriti interni alla
coalizione di sinistra-centro del cancelliere tedesco Olaf
Scholz che stanno favorendo l'opposizione cristiano-democratica.
La Germania, che nonostante una crescita economica quasi
nulla produce pur sempre un quarto del Pil dell'Ue, manderà a
Strasburgo e Bruxelles il maggior numero (96) dei 705
eurodeputati. E nonostante il passato nazista che quasi 80 anni
dopo la fine del Terzo Reich ancora impregna la sensibilità
politica e istituzionale tedesca, un partito in parte
ufficialmente di estrema destra come l'Alternativa per la
Germania (Afd) riesce a raccogliere ampi consensi: dopo l'11%
ottenuto alle precedenti elezioni europee del 2019 e alle
politiche del 2021, i sondaggi di grandi istituti demoscopici le
attribuiscono fra un 23% rilevato nell'estate scorsa e un 15%
dell'ultimo mese. La flessione di otto punti è seguita alle
manifestazioni di piazza dell'inverno scorso contro piani
dell'estrema destra di espellere dalla Germania milioni di
stranieri e alle accuse di corruzione politica in favore di
Russia e Cina che hanno travolto il capolista Afd, Maximilian
Krah, e il numero due, Petr Bystron. Un'uscita di Krah che
relativizzava le responsabilità delle SS ha poi provocato
l'espulsione dell'Afd dal gruppo europeo dei sovranisti
'Identità e democrazia'.
Senza un unico candidato di punta è anche la Cdu, il partito
cristiano-democratico principale forza di opposizione: il leader
Friedrich Merz ne lancia uno per ogni regione ma ha il traino
della presidente della Commissione europea, la tedesca, Ursula
von der Leyen, candidata numero uno dell'intero Partito popolare
europeo (Ppe) puntando a un bis alla guida dell'esecutivo Ue. Il
partito, assieme alla sua ala destra bavarese (Csu) guidata
elettoralmente dal capogruppo del Ppe Manfred Weber, è
accreditato da settimane di un 30% che praticamente doppia il
risultato atteso per il partito socialdemocratico di Scholz. Il
cancelliere schiera un'eurodeputata ex ministra della Famiglia,
Katarina Barley. La debolezza elettorale della coalizione detta
'semaforo' per i colori simbolo dei partiti che la compongono
viene comunemente spiegata con gli attriti interni sulle
questioni più disparate, dai missili Taurus per l'Ucraina agli
assegni familiari passando per il freno all'indebitamento.
I Verdi, accreditati di un 14%, presentano Terry Reintke,
poco nota in Germania nonostante sia co-candidata di punta degli
ecologisti a livello europeo mentre l'altro partito di governo,
quello dei Liberali (Fdp, 4%) scommette sulla filo-Ucraina
Marie-Agnes Strack-Zimmermann, riferimento dell'Alde (Alleanza
dei Liberali e dei Democratici europei). L'opposizione di
sinistra ha co-candidati di punta legati all'Italia: la neonata
formazione 'Bsw' di Sarah Wagenknecht (accreditata di un 6%) ha
l'italo-tedesco Fabio De Masi mentre la Linke (4%) schiera
Carola Rackete, la capitana di mare dei migranti che forzò il
blocco a Lampedusa nel 2019.
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