(di Stefan Wallisch)
Il caro mutui e la crisi del
mercato immobiliare hanno fatto una vittima illustre. La Signa
Holding del magnate austriaco René Benko ha annunciato
l'apertura di una procedura di insolvenza. "Nonostante i
notevoli sforzi compiuti nelle ultime settimane, non è stato
possibile ottenere la liquidità necessaria per una
ristrutturazione extragiudiziale in misura sufficiente", si
legge nel comunicato stampa. Il gruppo Signa, a corto di
liquidità, è alla disperata ricerca di 500-600 milioni di euro
per onorare i debiti in scadenza. Fino a pochi mesi fa l'ascesa
del 47enne sembrava inarrestabile. Benko era considerato un Mida
dei nostri tempi. Nasce a Innsbruck nel 1977 in un ambiente di
piccola borghesia (il padre impiegato comunale e la madre
educatrice), a 17 anni lascia la scuola e intraprende i primi
passi nel settore immobiliare. Fa i suoi primi soldi
trasformando soffitti in attici di lusso. Nel cuore della sua
Innsbruck abbatte e ricostruisce con standard moderni il centro
commerciale Tyrol. Nel 2004 nasce il fondo immobiliare Signa:01
Propery Fund per il quale cerca e trova investitori. Tutto
quello che René tocca diventa un successo e porta soldi. Il
patrimonio del tirolese continua ad aumentare. Nel 2014 compra
la famosa catena tedesca di negozi Karstadt, che si trova in
forte difficoltà economiche. Nel 2019 acquisisce assieme alla
Rfr Holding il Chrysler Building a New York. Il tirolese investe
però anche in realtà minori come nell'aeroporto di Bolzano e nel
nuovo centro commerciale Waltherpark nel centro storico del
capoluogo altoatesino. Il suo impero ormai è composto da
centinaia di società. Questa ramificazione a livello
internazionale renderà - secondo esperti - molto difficile la
procedura di insolvenza. All'ascesa segue però la caduta. Per
colpa dell'aumento dei tassi di interessi e il rallentamento sul
mercato immobiliare Benko si trova improvvisamente in difficoltà
a trovare nuovi investitori e a rispettare gli impegni presi.
Secondo Forbes, il patrimonio del 47enne, che la scorsa estate
era ancora stimato con 5,5 miliardi di euro, nel giro di pochi
mesi è crollato a 2,6 miliardi. Nelle scorse settimane sono
anche cresciuti i malumori tra i suoi soci. Uno dei primi a
chiedere un radicale cambio di rotta, nella speranza di salvare
il salvabile, è stato il 're dell'asfalto' austriaco e bolzanino
di adozione Hans Peter Haselsteiner. Secondo il settimanale Der
Spiegel, alcuni investitori stanno valutando una causa contro
Benko per ritardo nella presentazione della domanda di
insolvenza. Mentre ad Amburgo e a Monaco prestigiosi mega
progetti, come il grattacielo Elbtower, sono fermi e rischiano
di restarlo a lungo, al Waltherpark di Bolzano i lavori
proseguono. "Il cantiere continua senza alcun problema. Viene
infatti gestito direttamente e autonomamente in Italia",
tranquillizza Heinz Peter Hager. Il commercialista a capo di
Signa Italia ribadisce che il progetto è al sicuro da eventuali
rivendicazioni dall'estero.
WA/
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