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Confindustria tedesca pessimista, recessione anche nel 2025

Confindustria tedesca pessimista, recessione anche nel 2025

Non sono incoraggianti le previsioni del BDI per quest'anno

BERLINO, 28 gennaio 2025, 13:47

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"La Germania si trova in una profonda crisi economica".

Non sono ottimistiche le previsioni presentate oggi dalla Bdi, la Confindustria tedesca: per il 2025 atteso ancora un arretramento dello 0,1% del PIL, in controtendenza rispetto alla media dello spazio euro - dove si prevede un aumento del 1,1% - e al resto del mondo, con una crescita del 3,2%.

Il presidente Peter Leibinger, eletto a inizio anno, è stato molto duro presentando i dati oggi a Berlino: "La situazione economica in Germania è critica: l'atmosfera è pessima e non si tratta solo di pettegolezzi o pessimismo". Soprattutto queste criticità non sono solo conseguenze ascrivibili alla pandemia o alla guerra in Ucraina.
    Per Leibinger si tratta di problemi interni: "Per troppo tempo i governi tedeschi hanno rinviato riforme importanti, contenuto gli investimenti e si sono limitati allo status quo". Anche i minacciati dazi di Trump contribuiscono a non rasserenare il clima: "L'economia tedesca potrebbe perdere nel 2025 invece dello 0,1% lo 0,5%. E anche per altri paesi europei sarebbe da mettere in conto la recessione", sono le previsioni del Bdi. Per questa ragione Leibinger consiglia prudenza nelle relazioni con gli Stati Uniti: "I toni si faranno sempre più duri. Soprattutto in questa fase è importante trovare un equilibrio intelligente tra determinazione e flessibilità per stabilizzare la cooperazione economica e aprire nuove strade". Per le prossime elezioni il Bdi ha presentato un'"Agenda per la crescita".
    Leibinger ha riassunto in cinque punti le sfide da affrontare: riduzione delle imposte per le aziende al 25% e altri sgravi fiscali per garantire la crescita, chiari interventi sui prezzi dell'energia e una tabella di marcia per ridurli, maggiore coordinazione e investimento nella ricerca scientifica e tecnologica, eliminazioni dei costi derivanti dalla burocrazia e, infine, rafforzamento dell'Europa. Proprio su questo tema Leibinger ha sottolineato: "Il rapporto Draghi giunge a conclusioni simili al nostro studio. C'è anche una significativa necessità di investimenti a livello europeo per garantire la competitività e raggiungere gli obiettivi climatici". E conclude: "La Germania deve assumere un ruolo di leadership con maggiore fiducia a Bruxelles. L'Ue ha bisogno di sapere dove vuole andare, per questo è necessario che la Germania avvii il cammino con un'ambiziosa agenda di politica economica".
   

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