Arriva da cinque associazioni ambientaliste e storiche di Senigallia (Ancona) il fermo "no" al progetto per la ricostruzione del ponte Garibaldi, abbattuto dopo l'alluvione del 15 settembre 2022.
Dopo le circa 9mila
firme raccolte attraverso una petizione on line e iniziative con
banchetti in centro storico, è la visione di una nuova
prospettiva a suscitare i dubbi circa la bontà del progetto
dell'Anas.
La nuova infrastruttura verrà spostata di poche decine di
metri rispetto al luogo in cui sorgeva la precedente; sarà
costruita prendendo in considerazione il franco idraulico di 1,5
metri previsto dalle norme ma ciò inevitabilmente la renderà
molto più alta e impattante.
Proprio su questo punto insistono
le associazioni di Senigallia "Italia Nostra", "Gruppo Società
Ambiente", "Associazione Confluenze - Cultura, Ambiente e
Società", "Archeoclub d'Italia" e "Amici della foce del fiume
Cesano".
Oltre al mancato coinvolgimento della cittadinanza su un tema
che sta di fatto monopolizzando il dibattito pubblico, l'accusa
al progetto è quella di "sfregiare per secoli il paesaggio
urbano storico della città rappresentato dalla veduta della
settecentesca fuga di colonne dei Portici Ercolani, immagine
iconica identitaria di Senigallia". Le uniche immagini diffuse
sono dei rendering progettuali che però mostrano alberi dove non
ci sono o dove non ci saranno più, come ammesso dalla struttura
commissariale durante la presentazione dell'infrastruttura, e
con prospettive dall'alto che in qualche modo - questa è
l'accusa - minimizzano l'impatto visivo del nuovo ponte.
Così le associazioni hanno provveduto loro stesse a elaborare
una visuale ad altezza d'uomo e l'impatto è decisamente diverso:
"il progetto del nuovo ponte, elevato per quasi due metri sopra
i parapetti del fiume e inserito sullo sfondo dei Portici
Ercolani, del Foro Annonario e della limitata altezza delle
abitazioni che fiancheggiano il porto canale, rappresenta una
lacerazione della prospettiva architettonica di questa parte
della città storica da qualunque parte lo si guardi. Le
dimensioni fuori scala del ponte progettato, rispetto al
contesto, alterano l'equilibrio dei volumi degli edifici storici
e mettono in secondo piano il paesaggio urbano retrostante. Lo
stile architettonico del manufatto, più adatto per un contesto
urbano moderno o ad una autostrada, contrasta violentemente con
l'architettura storica del lungofiume, compromettendo
l'equilibrio e l'armonia del paesaggio urbano scaturito dalle
"ampliazioni" della seconda metà del '700". E "Fermatevi!", la
richiesta delle realtà ambientaliste, storiche e sociali in
rappresentanza di circa 9mila cittadini.
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