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Pd, 'gravi ritardi per una riforma della sanità Marche mai nata'

Pd, 'gravi ritardi per una riforma della sanità Marche mai nata'

Gruppo-segretaria dem: "giunta impantanata, lavoro per alternativa"

ANCONA, 25 luglio 2024, 21:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nelle Marche ci sono "gravi ritardi riguardanti l'approvazione delle linee di indirizzo e dei criteri per predisporre gli atti aziendali degli enti del Sistema socio sanitario regionale su cui, a due anni esatti dal varo della legge per la riorganizzazione del sistema sanitario, si è impantanata la giunta Acquaroli". Lo hanno denunciato il Gruppo Pd in Consiglio regionale, guidato da Anna Casini, e la segretaria regionale dem Chantal Bomprezzi, nel corso di una conferenza stampa ad Ancona. In sostanza, attacca il Pd, quella della "Aziende sanitarie territoriali è la cronaca di una riforma mai nata". Un percorso che si è protratto per troppo tempo, attaccano i dem, secondo cui i residui adempimenti porteranno ad approvare gli atti aziendali in autunno, per una programmazione che riguarderà dunque il 2025, anno conclusivo dell'attuale legislatura.
    La mancanza ancora di linee d'indirizzo, affermano i dem, è "un vulnus che non solo rende inapplicabile la stessa legge numero 19 del 2002, visto che gli atti aziendali, previsti dall'articolo 24, costituiscono il fondamento della programmazione delle politiche sanitarie sui territori, ma è alla base delle inefficienze quotidiane che caratterizzano l'erogazione dei servizi ai cittadini. "Di fatto - è l'accusa alla giunta - siamo di fronte a indirizzi che non indirizzano.
    Anzi, la giunta Acquaroli, scegliendo di non scegliere, si sottrae alle proprie responsabilità politiche, scaricandole interamente sui direttori generali delle Ast".
    Alla Conferenza stampa, oltre a Casini e Bomprezzi, presenti i consiglieri regionali Romano Carancini, Maurizio Mangialardi (vice presidente dell'Assemblea legislativa), Antonio Mastrovincenzo e Micaela Vitri.
    I dem hanno ripercorso la storia della riforma, sottolineando che solo 14 mesi dopo l'approvazione della riorganizzazione, il 18 dicembre del 2023, la giunta approvò linee di indirizzo e criteri per predisporre gli atti aziendali, inviandole alla Quarta Commissione "Sanità e Politiche sociali" per parere prima della definitiva di adozione. Un percorso, lamenta il Pd, che si è protratto per mesi "a causa delle numerose critiche rivolte dai partiti di opposizione, dalle organizzazioni del mondo sanitario regionale che hanno partecipato alle audizioni". Il parere è stato approvato nel maggio scorso: bocciati quasi tutti i 31 emendamenti presentati dal Pd, tranne sei. Ad oggi, è il rilievo dem "in maniera del tutto inspiegabile la giunta non lo ha ancora assunto, mantenendo bloccata la riforma". La giunta regionale deve approvare le linee di indirizzo che poi andranno trasmesse alle direzioni delle aziende sanitarie per l'approvazione degli atti.
    Difficile, dunque, ipotizzare l'entrata in vigore della riforma prima della fine del 2024, secondo i dem: "ciò significa che marchigiani e marchigiane non potranno valutarne oggettivamente la sua efficacia prima delle elezioni regionali del 2025. Ecco perché, oltre che simbolo del fallimento delle politiche sanitarie della giunta Acquaroli, questa riorganizzazione voluta dal centrodestra nel 2022 sa anche tanto di presa in giro nei confronti dei cittadini e del personale sanitario".
    "Sono moltissime le criticità di questo documento - ha attaccato Carancini, vicepresidente della quarta commissione e relatore di minoranza del parere emesso dalla commissione stessa e primo firmatario dei 31 emendamenti del pd - partorito male e tardi dalla maggioranza". Tra i punti più critici, ha aggiunto, "riguarda la furbata della giunta Acquaroli e dell'intero centrodestra, che in un documento perno della nuova politica sanitaria, non fa cenni al decreto 70 del 2015, il decreto Balduzzi, e al Dpcm 77 del 2022, che pongono vincoli di orientamento strutturale e normativo alla strategia da attuare nei singoli territori, quasi a lasciare intendere che la Regione possa muoversi libera dai paletti fissati dalla legislazione nazionale. Questo non è assolutamente vero, - ha proseguito - ma quel che è peggio è che negli indirizzi della giunta regionale non si afferma la necessità includere negli atti aziendali il sistema delle strutture sanitarie e delle reti cliniche della sanità regionale in base proprio al Balduzzi. Le linee di indirizzo sono reticenti anche sul fronte della prevenzione, visto che non si sono volute esplicitare le risorse che si intendono destinare e, in particolare, il rapporto percentuale con la spesa corrente assegnata annualmente".
    "Come Pd - ha rimarcato Bomprezzi - torniamo a denunciare la propaganda vuota e populista di Acquaroli. Questa riforma ha prodotto solo un aumento di costi e poltrone. È un contenitore vuoto come il Piano Socio Sanitario Regionale, che ha promesso tutto senza dirci come realizzarlo, visto che il capo di Acquaroli Meloni ha bocciato le proposte del Pd di mettere più risorse per la sanità pubblica e assumere personale. Sono riforme fuffa esattamente come quelle di Meloni, - ha rincarato la dose la segretaria dem Marche - portate avanti solo per scopi elettorali e per far sì che la sanità privata sostituisca quella pubblica, a discapito degli ultimi. Come Pd Marche siamo al lavoro per l'alternativa, a partire dal Manifesto Sanità approvato in direzione a dicembre 2023. Serve un modello diverso, che tenga conto dei bisogni territoriali e non degli interessi elettorali. La tutela della sanità pubblica - ha concluso - sarà uno dei temi centrali anche alla Festa Unità Marche in programma a Pesaro dal 28 agosto al primo settembre"

 

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