La Lanterna Azzurra di Corinaldo, la discoteca dove la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 morirono 5 minorenni e una madre di 39 anni nella calca, non doveva nemmeno esserci.
Invece ha avuto autorizzazioni rilasciate nel giro di 30 anni.
"Una tipica pratica all'italiana, fatta con
l'occhiolino da una parte e il colpo di gomito dall'altra con
l'obiettivo di fare soldi e avere le carte a posto".
Lo ha detto il pubblico ministero Paolo Gubinelli iniziando
la discussione al Tribunale di Ancona sul processo bis della
Lanterna Azzurra, relativo alla sicurezza del locale e alle
autorizzazioni. Il processo è alle battute finali, davanti alla
giudice Francesca Pizii è iniziata la requisitoria della
pubblica accusa che continuerà anche lunedì prossimo quando
saranno probabilmente formulate le richieste di condanna per i 9
imputati, accusati a vario titolo di cooperazione in omicidio
colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e
apertura abusiva di un locale. Tra questi c'è anche l'ex sindaco
di Corinaldo Matteo Principi.
Nulla era a norma alla Lanterna, hanno sostenuto i pm
Gubinelli e Valentina Bavai. Cruciali, secondo l'accusa, anche
delle intercettazioni fatte a pochi giorni dai fatti, come
quella sull'addetto alla sicurezza Gianni Ermellini, a cui un
uomo dice "era tutto fuori regola, hanno messo una ringhiera
arrugginita che non reggeva nemmeno ad un bambino". Un'altra
intercettazione ha riguardato il vigile urbano Stefano Martelli,
che parlando con la segretaria dell'Unione dei Comuni se la
prende con la commissione che ha rilasciato i permessi e dice
"questi non ci stanno con la testa, io devo spendere soldi in
avvocati perché il sindaco (Principi, ndr) non ha preso a calci
quelli della Lanterna per fargli rifare tutto". Il pubblico
ministero ha citato anche Alessandro Manzoni e "I promessi
sposi" quando don Abbondio dice "mettersi contro i poteri è come
raddrizzare le gambe ai cani", per rimanere nel tema del
'sistemino' all'italiana, "risponde alla stessa logica" ha
concluso Gubinelli.
Per la Lanterna Azzura sono già stati condannati, in
procedimenti separati, sette componenti della 'banda dello
spray'.
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