Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
In collaborazione con LIUC Università Cattaneo
È un trend in crescita quello degli
operatori di Private Equity per le imprese di famiglia. Lo
rileva una ricerca di Pem, Private Equity Monitor della Liuc
Business School, con Fabula, il Family Business Lab della Liuc
dedicato allo studio delle imprese familiari, in collaborazione
con Aifi e Fondo Italiano di Investimento, che fotografa lo
stato dell'arte in Italia.
Lo studio consiste in un'analisi di mercato su un orizzonte
di 10 anni (2013-2022), su un campione di aziende familiari
oggetto di investimento da parte di operatori di Private Equity.
Sono stati mappati 1.285 investimenti da cui emerge che tra il
2018 e il 2022 sono state realizzate in media 184 operazioni di
private equity l'anno in aziende familiari. Un dato che attesta
il crescente interesse degli investitori rispetto alle aziende
di famiglia - a fronte di 73 operazioni del periodo compreso fra
2013 e 2017 - e che si rivela in controtendenza rispetto a una
storica avversione delle aziende familiari ad aprire il proprio
capitale.
Sono 220 gli operatori che hanno realizzato almeno un
investimento. "Il 48% delle operazioni è stato realizzato da
operatori internazionali, confermando l'attrattività delle
aziende italiane per i fondi esteri", spiega Sofia Brunelli,
assegnista di ricerca Fabula. Gli operatori di private equity
"possono offrire alle aziende familiari capitali e competenze -
commenta Michele Lertora, ricercatore Pem -. L'efficacia di
questa partnership è confermata da risultati finanziari molto
positivi: le operazioni analizzate hanno registrato in media un
multiplo sul capitale investito pari a 2,3 volte e un IRR del
23%".
La famiglia rimane coinvolta nell'azionariato nel 39% delle
operazioni. Per quanto riguarda la governance delle società la
quota media di reinvestimento della famiglia imprenditoriale si
attesta intorno al 30%, la presenza nel Cda di esponenti della
famiglia si riduce e solo nel 17% dei casi la famiglia rimane in
maggioranza. "Per le famiglie imprenditoriali è cruciale
identificare il partner finanziario che comprenda la propria
visione per strutturare adeguatamente i termini dell'accordo,
evitare tensioni future e massimizzare i benefici
dell'operazione", conclude Salvatore Sciascia, direttore di
Fabula.
In collaborazione con LIUC Università Cattaneo
Ultima ora