Ha trascorso quattro notti, ferita, nella grotta 'Abisso Bueno Fonteno' che stava esplorando da anni per scovare nuove vie e metodi di approvvigionamento idrico per tutta la zona dell'Alto Sebino nel Bergamasco, ma nell'ultimo tratto delle complesse operazioni di salvataggio è stata proprio lei a incoraggiare i suoi soccorritori. Fino a quando, alle 3,15 della notte scorsa, Ottavia Piana è stata portata fuori dalla grotta dov'era rimasta bloccata da sabato pomeriggio, per un totale di quasi 80 ore, dopo essere caduta di schiena da un'altezza di quasi cinque metri mentre scalava una parete interna all'abisso.
"Nell'ultimo tratto ci dava lei la carica", ha confermato Corrado Camerini, delegato lombardo del Soccorso alpino. Le condizioni della speleologa trentaduenne, bresciana di Adro, sono stabili: portata fuori dalla grotta ha potuto rivedere il fidanzato ed è poi stata issata sull'elisoccorso del 118, decollato appositamente nel cuore della notte da Sondrio. È stata quindi trasferita all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove si trova ricoverata e dove potrà essere sottoposta a tutti gli accertamenti del caso.
Nelle quattro notti e nei quattro giorni in cui è rimasta nella grotta era stata regolarmente assistita dai medici del Soccorso alpino e di Areu, che si sono alternati nell'anfratto cavernoso con tanti altri colleghi. In ospedale Ottavia ha poi potuto incontrare anche la sua famiglia. L'ultimo tratto è stato percorso più velocemente del previsto, grazie ai tratti che erano stati disostruiti in precedenza e per la valutazione dei sanitari di evitare soste prolungate. La donna è stata portata all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo con l'elicottero decollato nella notte da Sondrio.
"Il nostro scopo è fare il nostro mestiere con risultato: la risposta dal Soccorso alpino è quella che ci aspettavamo. Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l'ha dimostrato", ha detto ancora Camerini.
Stamattina, terminati i soccorsi, si è aperto con una foto di gruppo e la gioia dei soccorritori dopo 80 ore di lavoro, senza pause, l'incontro con la stampa. Presenti il vicepresidente nazionale del Soccorso alpino Mauro Guiducci, con Alessandro Bigoni, assessore al Territorio e responsabile della Protezione civile del Comune di Fonteno, Alberto Gabutti della Direzione nazionale del Cnsas, Corrado Camerini, responsabile del Soccorso speleologico del Cnsas della Lombardia e Oliviero Valoti, direttore dell'Ast Bergamo.
"Subito i soccorritori hanno analizzato le lesioni sul campo, lesioni riscontrate in tempo reale e non di piccole entità - ha spiegato Guiducci -. Con il proseguire dell'intervento sono stati affrontati gli aspetti sanitari emergenziali ma anche quelli che emergono in un lungo periodo di permanenza in grotta che richiede assistenza di tipo psicologico, la soddisfazione di bisogni semplici, come quelli anche solo alimentari, e dettati dalla lunga permanenza in cavità".
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