Due pesanti lastre di marmo che fluttuano su e giù nell'aria, sostenute da un lungo braccio meccanico in una perpetua ricerca dell'equilibrio.
È una potente
metafora del desiderio quella che offre al visitatore
l'installazione monumentale allestita negli spazi della Scuderia
Grande di Villa Panza a Varese.
Un'occasione, forse, per riflettere sull'attesa e sulle
sospensione che chiunque prova davanti alle aspettative della
vita.
"La condizione del desiderio" è il titolo dell'opera
firmata da Arcangelo Sassolino. Dopo l'anteprima di oggi, alla
presenza dell'artista, l'installazione aprirà al pubblico domani
e resterà nella dimora Fai di Biumo fino al 23 febbraio 2025.
Con questa "project room" si apre un nuovo ciclo di mostre
site-specific. L'opera è un'imponente struttura concepita
dall'artista vicentino nel 2009 per lo spazio Z33, a Hasselt, in
Belgio, che a Villa Panza trova una nuova configurazione e una
collocazione ideale proprio nella Scuderia Grande che il conte
Panza immaginò per allestire opere d'arte potenti. "Quando sono
entrato in questo spazio - ha sottolineato l'artista - mi è
tornato in mente il lavoro di Hasselt e ho capito che qui
c'erano le condizioni ideali per mostrarlo: per la sua
dimensione, per l'acustica, per la luce e per il fatto che Villa
Panza è un tempio di meditazione minimale». Per Sassolino il
desiderio è sempre connesso a un'attività, a un impulso, a uno
sforzo che non sempre raggiunge il suo risultato. L'artista lo
descrive come l'emblema del paradosso dell'esistenza.
"Un desiderio - ha spiegato Angela Vettese, curatrice
dell'esposizione - che non può mai dirsi soddisfatto e che, nel
suo moto pendolare, impone continuamente un dispendio di energie
e uno stato di allarme che sono, anch'essi, dati costanti della
poetica di Sassolino".
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