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Massini, una jazz suite per la saga della famiglia Campari

Massini, una jazz suite per la saga della famiglia Campari

Lungo melologo fra musica ed epica in scena per MiTo

MILANO, 09 settembre 2024, 13:02

Redazione ANSA

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(di Bianca Maria Manfredi) Come si può prescindere dall'aperitivo a Milano? difficile se non impossibile. Ed è forse partendo da questa idea che Stefano Massini, pluripremiato drammaturgo e attore, con all'attivo cinque Tony Awards per la sua trilogia Lehmann Brothers, ha creato una 'Drink Jazz Suite' dedicata alla saga della famiglia Campari, che è andata in scena al teatro Dal Verme nel primo giorno milanese del festival MiTo.
    A Massini il nuovo direttore artistico del festival, Giorgio Battistelli, aveva chiesto di pensare a qualcosa che fosse memoria storica di Milano e Torino e Massini ha scelto di creare una narrazione su Martini & Rossi per il coté piemontese e Campari per quello lombardo.
    Ad accompagnarlo un ensemble jazz capitanato dal sassofonista Emanuele Cisi con Eleonora Strino alla chitarra, Marco Micheli al contrabbasso e Enzo Zirilli alle percussioni. Voce narrante sul palco, non a caso illuminato del color rosso tipico del Campari, lo stesso Massini che per oltre due ore - forse più di quello che si aspettava il pubblico - senza intervallo, se non gli intramezzi musicali, ha raccontato la storia, anzi ha creato un'epica di una dinastia che non si è accontentata del proprio destino e dalle campagne del Pavese è arrivata a Milano passando per Torino e Novara.
    A Novara Gaspare Campari arriva a 14 anni, inizia a lavorare da Bass, liquoreria dove impara i segreti delle erbe. Da lì a 22 anni passa a Novara dove apre il suo primo caffè per arrivare a 34 anni a Milano. È il racconto di qualcuno che non si accontenta e pensa fuori dagli schemi. Apre il suo locale in piazza Duomo nel 1864 sapendo che da lì a poco verrà distrutto per lasciare spazio a Galleria Vittorio Emanuele dove però in questo modo riesce ad avere il suo caffè e anche un appartamento dove nasce, primo milanese a nascere in Galleria, Davide, il suo primogenito. È Gaspare a inventare un bitter che vuole essere sorprendente fin dal colore, il rosso. Un bitter che presto, nell'uso della gente, cambia nome e diventa il Campari. A continuare la sua attività sono Davide, visionario come il padre, e l'ultimogenito Guido più defilato. Davide apre uno stabilimento, che poi avrà la sua sede a Sesto San Giovanni, inventa il Cordiale, nel 1915 apre un nuovo locale in Galleria, lo storico Camparino. E - racconta Massini - pensa che piuttosto che occuparsi di digestivi, che si prendono dopo mangiato e sono "le pompe funebri del pasto" è meglio pensare al prima, all'aperitivo. È lui a pensare al primo aperitivo monodose del mondo, il Campari soda, che viene venduto in una bottiglia ideata da Fortunato Depero, un calice capovolto di forma triangolare che ancora oggi conserva la sua caratteristica forma.
   

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