"Dove c'era una ricicleria ora c'è
un gigante di cemento, dove c'era una fabbrica ci sono tre
torri, ma se costruiscono palazzi con 150 famiglie dentro devono
prevedere servizi per la cittadinanza e non l'hanno fatto,
perché tutto è costruito senza piani attuativi". Così due
rappresentanti della Rete dei Comitati della Città Metropolitana
di Milano hanno spiegato ai cronisti in Procura la loro
iniziativa, ossia il deposito stamani di atti relativi ad una
quindicina di progetti immobiliari, a loro dire, irregolari,
perché autorizzati dal Comune tramite Scia (Segnalazione
Certificata di Inizio Attività) o Pdcc (Permesso di costruire in
Convenzione).
Le due rappresentanti, Susanna Sinigaglia e Maria
Castiglioni, sono state ricevute dalla procuratrice aggiunta
Tiziana Siciliano, a capo del pool di pm che da mesi ormai sta
indagando sulla gestione urbanistica a Milano e che ha aperto
numeroso inchieste, arrivando anche al sequestro di alcuni
cantieri per reati che vanno dall'abuso edilizio alla
lottizzazione abusiva fino al falso.
La Rete dei Comitati, dopo "un regolare accesso agli atti
presso il Settore Urbanistica", ha depositato quella
documentazione ai pm relativa ad operazioni immobiliari in varie
zone della città, in particolare nelle "vie Desenzano, San
Cristoforo, Watt, Calvino, Fioravanti, Bramante, Durando,
Cenisio, delle Forze Armate, Scarampo, in Piazza Tirana e
Piazzale Archinto". I comitati sono partiti da segnalazioni e
fotografie di cartelli dei cantieri, "tutti autorizzati con
procedure semplificate, senza i piani attuativi necessari per i
servizi alla popolazione, lo stesso tema su cui già sta
indagando la Procura". I quindici progetti segnalati dalla Rete
non sono gli stessi su cui i pm hanno già aperto fascicoli.
"Con questa iniziativa - concludono gli esponenti della Rete
dei Comitati - ci auguriamo che la Procura verifichi legittimità
e regolarità dei permessi ed eventualmente apra i relativi
procedimenti, che si aggiungeranno a quelli già in atto".
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