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Sollima, 'il violoncello un'appendice lirica e sonora del corpo'

Sollima, 'il violoncello un'appendice lirica e sonora del corpo'

Il musicista siciliano a Mantova fra i mattatori di Trame Sonore

MANTOVA, 03 giugno 2024, 14:21

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Strapazza il suo prezioso Ruggieri del 1679 percuotendo le corde con le dita, graffiandole, manipolandole fino a far uscire gemiti, suoni nuovi e ancestrali. Una performance per violoncello solo di Giovanni Sollima è un'esperienza trascinante di passione e furore virtuosistico. L'ultima, un mix di Bach, brani della tradizione armena e una sua composizione, è andata in scena a Mantova nel magnifico scrigno della Rotonda di San Lorenzo, in uno degli appuntamenti che hanno coronato le serate di Trame Sonore.
    Il musicista e compositore siciliano, 62 anni, è stato fra i mattatori del Festival di musica da camera che si è concluso ieri sera con il bilancio di 50mila presenze, il 20 per cento di stranieri, per i 300 artisti impegnati nei 150 concerti accolti in cinque giorni tra i tesori pubblici e privati più suggestivi della città. Da ospite speciale non si è risparmiato esibendosi in trio al Teatro Bibiena con due giovani talenti, la violinista Clarissa Bevilacqua e la pianista Carlotta Maestrini, e in piazza con l'orchestra da Camera di Mantova in una gioiosa esecuzione del raro concerto di Giovanni Battista Costanzi, anche in questo caso dando prova delle doti di stregone del palcoscenico.
    Sollima, in azione sembra risucchiato in un vortice, che cosa le succede quando suona? "È tutto abbastanza normale - dice all'ANSA - fa parte della dimensione del suono, se la musica è collegata alla vita personale e collettiva e c'è l'empatia, elemento fondamentale, il comportamento dà origine a eventi che scaturiscono in modo naturale". Lo strumento, con lei, diventa un'altra cosa. "Il violoncello è un sublime pezzo di legno. A fare la differenza è quello che avviene nella mente, nel mio caso un mix di curiosità a livello patologico e di desiderio di apprendimento che non mi basta mai.
    Ci sono sempre spazi aperti e nuovi da indagare. È la curiosità a muovere tutto, il lavoro non è indolore ma il corpo non ne deve risentire. Il violoncello diventa una sorta di appendice lirica e sonora del corpo".
   

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