Sono pronti ad affrontare ogni
killer di piante e colture, dalla 'peste del basilico' alla
batteriosi del kiwi fino al punteruolo rosso, i ricercatori di
Agroinnova, il centro di competenza per l'innovazione nel campo
agro-ambientale dell'Università di Torino, che a Bruxelles si
candida come centro europeo sulla biosicurezza.
"Di fatto lo siamo già, dobbiamo solo mantenere la rete
virtuale di partner che abbiamo e allargarla a nuove competenze
e settori nel comparto agro-forestale" spiega Maria Lodovica
Gullino, docente di patologia vegetale all'Università di Torino.
Direttore di Agroinnova, ha coordinato il progetto Plantfoodsec,
finanziato con fondi europei e che ha coinvolto 13 partner di
otto Paesi, fra cui Israele, Usa e Turchia. Plantfoodsec ha
individuato 570 parassiti, identificato 63 patogeni
particolarmente pericolosi, e creato una lista di 21
coltivazioni strategiche in Europa.
"A parte la Xylella, di cui si sta occupando la magistratura,
sono diversi i nemici da battere a livello europeo e globale"
spiega Gullino, che cita il caso della batteriosi del kiwi.
Arrivata tramite materiale infetto dalla Cina, ha colpito
qualche anno fa Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, ma è
un esempio positivo di risoluzione del problema, anche se con
"dolorose eradicazioni" racconta l'esperta. "Abbiamo avuto un
rapido riconoscimento e poi un'ottima interazione con i servizi
fitosanitari" spiega Gullino, che contro i parassiti killer
promuove innanzitutto una diagnostica preventiva. Casi come
quelli della 'peste del basilico', che ha colpito la Liguria
prima fra 2002 e 2003, poi nel 2014, "sono stati risolti in
buona misura, ma rimane l'allerta: i semi sono vettori
formidabili e bisogna conciarli con metodi sostenibili, una
pratica ancora poco diffusa". (ANSA)
Riproduzione riservata © Copyright ANSA