"Un anno fa ero ad Algeri per
partecipare a un seminario e sono rimasto colpito dal fatto che
noi chiamiamo il gasdotto tra Africa e Italia "Transmed" mentre
loro lo chiamano Gasdotto Enrico Mattei". Lo ha detto Antonio
Gozzi, special advisor di Confindustria per il Piano Mattei
durante il convegno "A bridge to Africa" che si svolge alla
Spezia con delegati di Egitto, Marocco, Tunisia e Algeria.
"Il tema è fare seguire fatti concreti ai propositi,
sfruttando l'empatia culturale dei paesi del nord Africa nei
confronti dell'Italia rispetto agli altri occidentali. Per
questo abbiamo una missione. Dobbiamo coinvolgere le imprese
private in un disegno che non può rimanere solo quello delle
grandi controllate di Stato. La presenza italiana in Africa oggi
non è sistemica. La vera novità del Piano Mattei è proprio di
cercare di rendere importante il Paese".
Gozzi ha annunciato la prossima "stipula di un accordo
intergovernativo con la Tunisia per permettere alle aziende
energetiche italiane di impiantarsi in Tunisia, produrre energia
rinnovabile, lasciarne una parte lì e importare il resto in
Italia via cavo. Dobbiamo però diventare partner con le loro
imprese per fare la differenza".
Gozzi, parlando questa volta da imprenditore, ha infine
ricordato come "Duferco sia molto legata al porto della Spezia:
qui abbiamo portato dall'Algeria 22 navi di gas naturale
liquefatto al rigassificatore di Panigaglia".
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