Il processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime) è al giro di boa.
Da lunedì, dopo i circa 700 testimoni della procura, riprendono le udienze con quelli citati dalle difese.
La lista presentata dai
difensori dei 58 imputati prevede circa 370 persone. A una
ventina alcuni legali hanno già rinunciato ma se non dovessero
esserci altre defezioni si rischiano 80 udienze da dedicare alle
testimonianze.
Oltre all'incognita numeri c'è anche un problema tecnico: le
citazioni delle difese avvengono a mezzo raccomandata e non è
detto che tutti i testimoni ritirino la lettera di convocazione,
facendo così slittare la presentazione. Finiti i testimoni si
sentiranno i periti insieme ai consulenti tecnici. Infine sarà
la volta delle spontanee dichiarazioni degli imputati che non si
sono sottoposti all'esame.
Il processo è cominciato il 7 luglio 2022 e sta procedendo a
ritmo serrato. In un primo momento era scattato l'allarme
prescrizione: le prime sarebbero scattate a ottobre di
quest'anno. Ma nelle scorse settimane, i pubblici ministeri
Massimo Terrile, Walter Cotugno e Marco Airoldi hanno
ricalcolato i termini e le prime prescrizioni scatteranno nel
2026. E così, secondo il nuovo schema, gli omicidi colposi
semplici, le lesioni gravi semplici, le lesioni stradali, e
l'attentato alla sicurezza dei trasporti semplici si
prescriveranno il 14 febbraio 2026. Nel 2031 l'attentato alla
sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro, nel 2033 gli
omicidi colposi stradali per gli imputati cessati dagli
incarichi prima del 2008, mentre nel 2036 gli omicidi colposi
per gli imputati che hanno cessato gli incarichi dopo il 2008.
I pm avevano lanciato un allarme prescrizione a inizio
processo, lamentando i tempi troppo lunghi per l'esame dei
testimoni con il rischio di finire nel 2025. In realtà le
udienze sono poi andate spedite e a settembre la procura ha
finito di sentire i suoi testimoni.
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