' Autostrade, dopo avere citato il consorzio assicurativo "ha ricevuto 29 milioni a seguito di transazione con ultima tranche di versamento lo scorso 25 maggio".
Dunque un decimo rispetto ai 300 milioni che avrebbe previsto il contratto assicurativo sul Polcevera.
E' quanto ha
detto in aula Umberto Vallarino, dirigente di Atlantia e
Autostrade, nel corso del processo per il crollo del ponte
Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Nel 2016 Aspi fece
inserire il viadotto tra le opere "nominate" facendo dunque
aumentare il risarcimento da 100 a 300 milioni.
Fu proprio Vallarino a chiedere e a ottenere il passaggio.
Dopo il crollo, la compagnia assicurativa Swiss Re aveva negato
il risarcimento spiegando che "i problemi del viadotto non erano
stati evidenziati dalla società come la buona diligenza
dell'assicurato avrebbe richiesto". Adesso si scopre che sono
stati transati 29 milioni che si aggiungono ai 37 per il
risarcimento per il danno a terzi.
In aula il pubblico ministero Walter Cotugno ha incalzato
Vallarino per sapere come mai nel 2016 aveva scritto che erano
state fatte dalla Swiss Re delle Survey tecniche, indagini
tecniche, "attraverso controlli operativi con i tecnici della
Direzione esercizio e di Spea, focalizzate sui miglioramenti
operati da Aspi sulle proprie infrastrutture dedicate alla
sicurezza e alla sorveglianza nonché alla manutenzione
straordinaria delle opere (per esempio il Polcevera). Da tali
survey l'assicuratore ha tratto ampie ed esaustive conoscenze".
Dalle indagini è emerso che invece non sarebbe stata fatta
alcuna indagine tecnica. Come mai Vallarino scrisse così? "Me lo
disse Paolo Lionetti (un dei suoi collaboratori) che erano state
fatte delle survey sul Polcevera e poi mi ricordo che era stato
messo il carroponte e stavano facendo controlli". Per la
procura, invece, la società sapeva che il ponte era a rischio
crollo e cambiò per questo copertura assicurativa.
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