Associazione Ncc Italia e un altro
centinaio di ricorrenti tra società e conducenti hanno
depositato oggi un ricorso al Tar del Lazio con cui hanno
richiesto "l'annullamento del decreto interministeriale n.
226-2024 disciplinante le specifiche del Foglio di servizio
elettronico per il noleggio con conducente".
Lo annuncia l'associazione in una nota, preannunciando che
"nelle prossime ore, oltre ad inviare una richiesta di incontro
urgente, notificheremo una diffida formale al ministero dei
Trasporti chiedendo di sospendere qualsiasi iniziativa collegata
al decreto sul foglio di servizio elettronico e riservandoci di
impugnare con ricorsi per motivi aggiunti ulteriori atti lesivi
che il ministro Salvini vorrà porre in essere".
Secondo Associazione Ncc Italia con il decreto "il ministro
Salvini, in sfregio alla legge 21-1992 taxi/ncc, ha provveduto
ad apportare una nuova normativa allo svolgimento dell'attività
di noleggio con conducente, celandola attraverso l'approvazione
di un decreto ministeriale che vorrebbe introdurre vincoli e
limiti illogici e illegittimi. Un decreto fatto su misura per
complicare, per far chiudere migliaia di imprese di noleggio con
conducente, per limitare la libera iniziativa economica,
regalando, di fatto, il mercato trasportistico italiano alle
corporazioni taxi".
Nel ricorso al Tar si legge che "si è inteso impugnare il
decreto ministeriale n. 226/2024 che ha stabilito, ai sensi
dell'art. 11 co. 4 l. 21/1992, "le specifiche" al solo ed unico
fine di bloccare, limitare, vincolare e sospendere l'attività di
noleggio con conducente a discapito dell'intera categoria di Ncc
e dei singoli ricorrenti autisti di Ncc che sono, oggi,
manifestamente lesi dall'approvazione del Decreto impugnato che
concretamente ha apposto vincoli e limiti e blocchi
assolutamente ingiustificati all'esercizio dell'attività di
noleggio con conducente, che non trovano nessuna ragione valida
se non quella di creare un cartello al mercato del trasporto
pubblico".
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