Anche l'Arma dei Carabinieri ha presentato appello contro l'assoluzione dei suoi militari, scagionati dalla Corte d'Assise di Cassino dall'accusa di avere avuto un ruolo nell'omicidio di Serena Mollicone: la liceale di Arce scomparsa il primo gennaio 2001 e trovata dopo tre giorni morta nel bosco Fonte Cupa nella vicina località Anitrella.
Pochi minuti prima della scadenza dei termini, ieri pomeriggio
l'avvocato Maurizio Greco ha appellato la sentenza di
assoluzione nella parte che riguarda il luogotenente Franco
Mottola, all'epoca dei fatti comandante della stazione
carabinieri di Arce, dove sarebbe avvenuto il delitto secondo la
Procura; il luogotenente Vincenzo Quatrale e l'appuntato
Francesco Suprano.
I Carabinieri chiedono ai tre militari un risarcimento
complessivo di 200.000 euro per il danno provocato all'immagine
dell'Arma. Richiesta motivata dal fatto che la loro condotta,
stando alla ricostruzione dell'accusa, non sarebbe stata leale
ma omissiva. Il risarcimento si inserisce nelle richieste
avanzate in appello: La sorella di Serena, Consuelo, ha chiesto
un risarcimento di un milione alla famiglia Mottola e mezzo
milione al luogotenente Quatrale; i familiari del brigadiere
Santino Tuzi, in servizio il giorno della scomparsa della
liceale e poi morto suicida, hanno chiesto un milione di euro; i
legali dello zio della vittima hanno chiesto 5,5 milioni.
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