Ceramiche policrome, dipinti e arazzi tra le decorazioni e le vetrate liberty della Casina delle Civette, a Roma.
Il delizioso complesso architettonico ispirato a un villaggio medioevale nel cuore di Villa Torlonia ospita dall' 11 giugno al 27 settembre la mostra ''Alchimie di terra e di luce.
I mille volti della ceramica di Guerrino Tremonti'',
omaggio all' artista di Faenza che ha attraversato il secolo
scorso. Una cinquantina le opere scelte da Maria Grazia
Massafra, Raffaella Lupi e Stefania Severi per descrivere il
percorso di uno scultore considerato tra i maestri del genere.
Guerrino Tramonti (1915-1992) cominciò prestissimo a frequentare
la Regia Scuola della Ceramica di Faenza nella metà egli anni
Venti, considerandosi comunque un autodidatta. A 19 anni rifiutò
l' invito dello scultore Arturo Martini a trasferirsi a Milano.
Tra il 1944 e il 1947 visse Venezia e frequentò lo studio di
Filippo De Pisis, già incontrato in occasione delle sue mostre
in Emilia-Romagna a partire dal 1933. Dai primi anni Cinquanta
si inserì negli ambienti artistico-culturali più in vista della
capitale, grazie anche all'amicizia del pittore Franco
Gentilini. Continuò a dedicarsi alla ceramica fino alla fine
degli anni Sessanta, concentrandosi poi nella pittura.
La mostra è promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali con il patrocinio del Comune di Faenza e del Museo
Internazionale delle Ceramiche che ha sede nel comune romagnolo,
e organizzata dalla Fondazione Guerrino Tramonti, in
collaborazione con la Cooperativa Sociale Apriti Sesamo e la
Galleria Sinopia di Roma.
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