"Voglio ricordare in questo momento una collega giornalista che ho conosciuto in Afghanistan quando sono tornati i talebani o in Ucraina, quando i russi stavano per arrivare a Kiev, che è Cecilia Sala.
Ci sono state anche polemiche su di lei, ma non ha importanza se Cecilia Sala o qualsiasi altro giornalista trattenuto ingiustamente solo perché faceva il suo lavoro con un regolarissimo visto, se sia di sinistra o di destra, non ha neanche importanza se vota per un partito o per un altro, non ha importanza se fa dei post sui Marò che sono discutibili o sbagliati, l'unica cosa che conta è che è una giornalista italiana trattenuta come un ostaggio nelle galere iraniane e per questo va tirata fuori in una maniera o nell'altra, e riportata a casa, perché anche questo è un segno del nostro interesse nazionale".
E' l'appello lanciato da Fausto
Biloslavo, noto inviato di guerra, subito dopo aver ricevuto un
premio da Confcommercio.
"Ho ricevuto tanti premi, ma sono onorato e orgoglioso di
questa Rosa d'argento perché è un riconoscimento della mia
città, per questo ringrazio Confcommercio - ha proseguito il
giornalista - Ma io sono qui perché rappresento, dopo oltre 40
anni di reportage di guerra, il giornalismo che va sul campo, il
giornalismo che è i vostri occhi della guerra, il giornalismo
che non potrà mai essere sostituito dall' Intelligenza
Artificiale o dagli algoritmi o da qualsiasi diavoleria del
genere e per andare sul campo si paga spesso un prezzo molto
alto". Biloslavo ha ricordato che "sono una dozzina i
giornalisti italiani caduti in prima linea sul campo
dell'informazione, di cui la metà sono triestini".
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