"Quanto accaduto questa notte a
Trieste deve
far riflettere sulla necessità di maggiori controlli, nelle
strutture che ospitano richiedenti asilo, da parte degli enti
gestori. La radice del problema non va certo individuata nel
lavoro delle istituzioni, che fanno tutto il possibile per
gestire un fenomeno complesso e purtroppo diffuso, lavorando in
silenzio per il bene della comunità". Sono le parole con cui
l'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti a
commento della notizia dell'accoltellamento avvenuto la notte
scorsa in una palazzina di via d'Alviano che ospita rifugiati e
migranti. La lite ha coinvolto due cittadini pakistani, uno dei
quali armato di coltello e che ha ferito gravemente il secondo
uomo, ora ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di
Cattinara.
"Com'è possibile - si interroga Roberti - che in questi
appartamenti vengano utilizzati coltelli allo scopo di ferire o
uccidere il compagno di stanza? Qual è il percorso di
integrazione che gli enti gestori offrono ai propri assistiti se
le liti che sfociano in accoltellamenti sono ormai all'ordine
del giorno? E ancora, quali sono le cause alla base di reazioni
così
violente? In ogni caso - prosegue l'assessore - un intervento
tempestivo è indispensabile". Riccardi ha detto di aver
segnalato a Prefetto e Questore di Trieste, l'opportunità di
"verificare le modalità in cui le strutture ospitanti
richiedenti asilo vengono gestite" e di "intensificare le
attività di sorveglianza da parte delle Forze dell'ordine". Ed
ha chiesto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi "se
sussistono le condizioni per poter sospendere le
attività delle associazioni o cooperative coinvolte da simili
fatti, in analogia a quanto avviene per gli esercizi pubblici".
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