Si è aperto questa settimana a Bruxelles il primo incontro negoziale interistituzionale tra Parlamento e Paesi Ue, mediato dalla Commissione europea, - il cosiddetto 'trilogo' - sul rinvio di un anno del regolamento contro la deforestazione importata.
Dopo il via libera dell'Eurocamera alla riapertura del testo proposto dalla Commissione europea, gli ambasciatori dei Paesi Ue hanno approvato mercoledì la propria posizione negoziale, confermando il rinvio di un anno e respingendo tuttavia gli emendamenti al testo della Commissione Ue voluti dall'Europarlamento - e sostenuti dall'estrema destra - tra cui la richiesta di aggiungere una categoria di 'Paesi a rischio zero' a cui garantire un iter semplificato. "La riapertura del testo genererebbe incertezza giuridica ed enormi vincoli temporali", ha motivato una fonte europea.
Giovedì si è quindi tenuto il primo round di colloqui. "I negoziati sono impegnativi come previsto", sintetizza la presidenza ungherese dell'Ue al termine dell'incontro, prendendo atto del fatto che Parlamento e Consiglio partono da posizioni molto distanti. In Consiglio si è creata una solida maggioranza di oltre venti Stati membri, guidati da Francia, Spagna e Germania, fermamente contrari a riaprire il testo della proposta della Commissione Ue. A quanto si apprende, Roma ha sostenuto una posizione aperta del Consiglio nei confronti degli emendamenti del Parlamento, a condizione di non mettere a rischio l'approvazione entro dicembre del rinvio della data di applicazione del regolamento.
Il regolamento - già formalmente entrato in vigore a fine giugno 2023 ma ancora non attuato - rafforza i controlli dell'Ue sugli operatori o commercianti chiamati a dimostrare che alcuni prodotti immessi sul mercato Ue - tra cui caffè, cacao e olio di palma - non arrivano da terreni recentemente disboscati né hanno contribuito in qualche modo al degrado forestale. Sotto la pressione dei partner internazionali e del Ppe, il mese scorso la Commissione europea ha proposto il rinvio di un anno dell'attuazione del regolamento facendo slittare l'entrata in vigore della legge al 30 dicembre 2025 per le grandi aziende e al 30 giugno 2026 per le Pmi, invece delle date stabilite in precedenza rispettivamente al 30 dicembre 2024 e al 30 giugno 2025. Nell'ottica di poter far entrare in vigore il rinvio di un anno per tempo, i negoziatori hanno poco più di un mese di tempo per raggiungere un accordo. In mancanza di un'intesa entro il 31 dicembre, la legge entrerà in vigore così com'è. (Al tavolo del negoziato "c'era una volontà comune nella stanza di non mettere a rischio il rinvio, poiché gli operatori economici hanno bisogno di più tempo per prepararsi", fa sapere ancora la presidenza Ue.
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